Cerca
Cerca
+

Parigi 2024, l'allenatore di Martinenghi: "Ai cinesi ho gridato dopati in faccia"

  • a
  • a
  • a

Marco Pedoja, il tecnico di Nicolò Martinenghi arrivato prima nei 100 metri rana maschile, non ci sta e in un’intervista a La Stampa ha attaccato duramente la Cina per un comportamento non consone a quello delle Olimpiadi.

In particolare sull’avversario ed ex campione del mondo Qin Haiyang, uno dei 23 atleti trovati positivi e poi scagionati per contaminazione da cibo: “Ero perplesso già da prima — racconta — Ci si aspettava e si sperava che lui qui fosse così: non da podio. Perché non è possibile che un atleta così bersagliato dai dubbi, al centro delle polemiche sia tranquillo. L'ho visto nuotare…”. Per Pedoja, Qin non aveva il diritto di essere tranquillo “ed è una condizione che si merita — ha aggiunto — I cinesi non fanno mai chiarezza, questi casi vengono sempre trattati in gran segreto, lontani dalla trasparenza richiesta”.

 

 

 

Per Pedoja ci sono cose che non tornano: "Persino gli esercizi di forza che postano — ha spiegato — Pan Zhanle, che ha il record del mondo dei 100 stile libero, che tira su quattro chili. Sui social ho replicato "Fitness for senior"… Un atleta ne solleva almeno 35. In più gli allenatori tengono strette le borracce, danno da bere e le riprendono”.

Per questo “ogni volta che ho incrociato qualcuno della squadra cinese qui ho detto "dopati" ad alta voce”. E gli avversari “non reagiscono — ha detto ancora a la stampa — Dopo l'oro sono andato ad esultargli in faccia. Non hanno fatto un movimento, compreso l'allenatore americano della ranista Tang Qianting, lo stesso che ci ha derisi ai Mondiali di Doha quando Qin Haiyang ha battuto Tete. Lo abbiamo sempre guardato fisso, ha continuamente fuggito il confronto”. 

 

 

 

Sul fatto di considerarli fuori dalle regole che porterebbe al rischio di vederli fuori portata, Pedoja conclude dicendo di non essere d’accordo: “Se fossi su quella lista non dormirei, l'ho detto a Tete: avranno troppi pensieri. Hanno protestato perché le accuse di doping hanno rovinato la loro preparazione con continui controlli. Se non hai nulla da nascondere, non ti innervosisci”.

Dai blog