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Nel fantastico mondo di Macron se la realtà osa interferire finisce avvelenata nella Senna...

Daniele Capezzone
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Magritte, scansati: è arrivato Macron. Quello - René Magritte - dipingeva una pipa e ci scriveva sotto: «Questa non è una pipa», per spiegare la differenza tra rappresentazione e realtà. In altri termini, la sua pipa era rappresntata, mica reale. Non a casosi parlò di «tradimento delle immagini». Quest’altro - (...) Emmanuel Macron - fa nuotare gli atleti in un fiume di merda, ma manda i suoi cortigiani (alcuni anche in lingua italiana) a dire: «Quale merda?».

Insomma, nel caso delle Macroniadi, è la realtà – notoriamente prosaica, antiretorica, non adeguatamente “competente”, forse anche un po’ stronza – che non deve permettersi di guastare la soave narrazione macronista, facendo piangere il Re Sòla. Dunque, siamo nell’era del “tradimento della realtà”, che può essere tranquillamente abbellita, diversamente raccontata, o totalmente capovolta, a seconda delle esigenze dei gestori della “narrazione”. I quali – altra capriola – sono gli stessi che ci ammorbano da anni col fact checking, col debunking, con l’accusa (sempre scagliata contro gli altri, eh...) di fabbricare fake-news, di gingillarsi con la “post-verità”. (...)

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