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Fonseca, "disequilibrio mentale": le parole che provocano la rivolta dentro al Milan

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Quello che si presenta in sala stampa dopo il ko 3-1 contro il Liverppol è un Paulo Fonseca visibilmente turbato e anche un po' in confusione: tecnico-tattica e personale. Il tecnico portoghese del Milan torna a sentire su di sé la spada di Damocle dell'esonero, momentaneamente allontanata dall'ingannevole 4-0 contro il Venezia sabato scorso, prima vittoria in campionato. Ingannevole, perché alcuni difetti strutturali dei rossoneri erano emersi anche quella sera, gli stessi dei match contro Torino, Parma e Lazio.

E al primo severo banco di prova della stagione, con i Red allenati da Arne Slot, ecco ri-esplodere i problemi di una squadra che non sa difende e non sa costruire. Il dato tra l'umiliante e lo sconcertante del 70', che recita 19 tiri a 2 per gli ospiti, nasconde addirittura il fatto che forse, nell'economia complessiva della squadra, il problema dell'attacco è quello minore.

 

 

 

Dopo il 90'. l'ex allenatore di Shakhtar, Roma e Lille si siede davanti ai giornalisti e snocciola uno per uno tutti i limiti di un Milan che dopo due mesi non ha né identità di gioco né certezze tecniche né, ed è il dato più allarmante, personalità e coraggio. Una squadra in balìa degli avversari, e quando questi sono oggettivamente più forti (com'è il caso del Liverpool, e con lo spauracchio del derby con l'Inter di domenica prossima), il destino sembra sempre segnato. Così come la figuraccia. 

"Abbiamo giocato contro il Liverpool, che è una grandissima squadra. Abbiamo iniziato bene ma dopo loro hanno avuto alcune occasioni in ripartenza e poi hanno segnato su palla da ferma. Questo ha cambiato la partita e il nostro equilibrio mentale", spiega poi Fonseca ai microfoni di Sky Sport. "Quando la squadra non è attenta a questi dettagli e ha un disequilibrio mentale, iniziamo ad avere problemi e a non fare quello che abbiamo preparato. In queste partite contano i dettagli. Devo essere onesto e penso che in questo momento il Liverpool sia più squadra di noi. Dobbiamo lavorare per avere più continuità di gioco senza problemi. Dopo che abbiamo preso il secondo gol la squadra non ha più giocato e così è difficile". In realtà, la partita del Milan è durata poco più di un quarto d'ora, con il gol-lampo di Pulisic al 3' a illudere San Siro. Poi è stato dominio Liverpool su tutti i fronti e in tutte le parti del campo. 

 

 

 

"I gol subiti su calcio piazzato? Sul primo gol c’è una marcatura a uomo su Van Dijk, l’avevamo preparata così. Konaté era libero sì, ma doveva essere marcato individualmente", punta il dito sui suoi difensori il mister portoghese. Rafa Leao, in Europa, è nuovamente risultato un fantasma o giù di lì. "Servito poco? Avevamo preparato, nel poco tempo che abbiamo avuto, di lasciare solo Leao contro il terzino avversario. Volevamo giocare sulla destra per poi andare con il lancio lungo verso Leao, che si sarebbe trovato in uno contro uno. Ma lo abbiamo fatto 2-3 volte".

Ma è sugli uomini del centrocampo che Fonseca ammette di non aver ancora trovato nessuna quadra: "Le posizioni di Reijnders e Loftus-Cheek? Io rispetto le opinioni di tutti. Io penso che noi possiamo giocare con diversi moduli. Penso anche che siamo troppo fragili difensivamente. Difensivamente c’è stata qualche disattenzione. Se non siamo forti individualmente, avremo sempre dei problemi. Sto cercando la miglior soluzione per il mediano. Loftus non è un 10, Reijnders non può giocare vicino a Fofana. Io penso che nel primo tempo abbiamo creato qualche soluzione con Loftus in mezzo, abbiamo sbagliato poi l’ultima scelta. Questa è una struttura che in fase offensiva mi piace. Abbiamo sempre vicini Reijnders, Loftus e Pulisic e così abbiamo creato tutte le soluzioni più pericolose". Ma forse è poco, davvero troppo poco da salvare. 

 

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