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Dinara Safina e il dettaglio su Sinner: "Mai visto fare a nessuno, l'arancione è una causalità"

giovedì 21 novembre 2024

2' di lettura

Per Jannik Sinner i complimenti si sprecano, da tutte le parti. Nonostante qualche invidioso, come il solito Nick Kyrgios, ancora all’attacco nelle ultime ore sul caso Clostebol. Dopo le Finals vinte a Torino in finale contro lo statunitense Taylor Fritz, che era stato battuto anche durante i gironi in due set, Dinara Safina, sorella minore di Marat, è rimasta nel capoluogo piemontese per assistere alle gesta di Jannik e commentarle in tv. Nel mentre si è concessa a una intervista a Tuttosport: “Alle ATP Finals ero al mio esordio in tv — ha raccontato — alcune volte partecipo ad alcune trasmissioni su YouTube come esperta, ma era la prima volta in cui andavo proprio a fare le domande ai giocatori. È stato bello!”.

Poi un pensiero sulla sua carriera, nella quale non è riuscita a portare a casa i titoli più importanti degli Slam. Un pensiero che l’ha afflitta per tempo: “Quando ho posto fine alla mia carriera non è stato facile: ho dovuto fermarmi per via degli infortuni — le sue parole — Io però so di aver dato tutto quello che avevo. So che mi manca uno Slam, ma il tennis è solo una parte della vita, non la vita intera. La vita da tennista è molto corta e intensa: bisogna sfruttarla al massimo”. E sul momento del tennis femminile, molte persone “parlano delle differenze con i miei tempi, ma è difficile da fuori stabilire quali e quante siano — ha aggiunto Safina — Bisognerebbe giocare ancora per capirlo davvero. Posso dire magari che cosa farei io o come giocherei il punto, ma non sono in campo con loro: per parlare di forza o di velocità bisognerebbe viverlo in prima persona”.

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Parlando dei suoi giocatori preferiti, Safina ha detto che Sinner “lo fa impazzire per le sue giocate, mentre tra le donne preferisco Sabalenka”. Dell’altoatesino mi piace “il gioco di piedi — ha aggiunto — Come prepara ogni punto per me è impressionante, non l’ho mai visto fare a nessun altro. È qualcosa di cui ci si può rendere conto solo dal vivo”. Allargando il capitolo degli italiani, il commento è andato su Jasmine Paolini, fresca vincitrice della Coppa Davis con la sua Nazionale a Malaga: “Jasmine è un amore, la definirei quasi come una “mini Carlos” — il suo pensiero — Per me è un po’ come Alcaraz ma in versione mini, sempre sorridente: si diverte tantissimo in campo”. E durante la partita di Torino tra Sinner e Medvedev era vestita di arancione: “Vero, ma non ci ho pensato — ha concluso — È stata solo una casualità”.

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