Quest’anno la serie A ha collezionato tanti flop. Troppi, da un certo punto di vista. Ha compensato con l’ascesa della vecchia e nuova borghesia, tra Atalanta di nuovo in Champions, Bologna vincitore della Coppa Italia e Como che promette di seguirne le tracce, ma diverse grandi devono farsi un esame di coscienza e iniziare un percorso di redenzione perché, comunque vadano le ultime due giornate, saranno deludenti le stagioni della Juventus e del Milan, mentre quella della Roma è stata aggiustata solo dal miracolo di Ranieri.
Gli errori sono in alto, tra le scrivanie, più che in basso, in campo. Della Juventus che ha impostato Giuntoli è rimasto poco o nulla. Gli investimenti su Thiago Motta e sui giocatori che dovevano rappresentare i pilastri del futuro sono tutti buchi nell’acqua. Uno spreco di soldi: se a Conceicao che tornerà al Porto sommiamo i prestiti secchi di Kolo Muani e Veigas scopriamo che sono stati spesi 14,6 milioni per dei cartellini che rimangono di proprietà di un altro club. In scenari del genere sguazzano allenatori duri e capaci di andare oltre i propri confini. Tudor lo intuisce e si pone come tale. Voleva essere un duro e questo è il momento di esserlo. «Conte? Non mi sento inferiore a nessuno». E ancora: «Quando sono arrivato la squadra era in un buco profondo, adesso è battagliera e ha fiducia». Di sicuro sembra Conte nella sottile arte dell’autoelogio, ma questa è un’altra storia. Conteranno poco queste parole senza il quarto posto che, per meriti e anche per qualche incrocio fortunato, la Juventus può raggiungere per conto suo: Udinese in casa e Venezia in trasferta le ultime due chiamate per evitare un buco clamoroso se pensiamo alle ambizioni con cui questa squadra era partita.
Milan, perché vincere non è più una priorità
La Coppa Italia avrebbe ammorbidito la sentenza, ma non l’avrebbe di certo ribaltata. Il Milan è stato un d...Che dire del Milan che deve preparare due partite per fare 6 punti e ragionevolmente sperare al massimo in un pass per la Conference League? Sarebbe un miracolo perfino quella, il che certifica l’insufficienza della stagione rossonera. Una serie di sfortunate scelte avviata dall’aver assegnato a Furlani, Ibrahimovic e Moncada i ruoli che attualmente ricoprono e alimentata dalla loro incapacità di affidarsi a un allenatore ingombrante, che avrebbe nascosto sotto al tappeto una parte di questi errori.
Così ha fatto Ranieri alla Roma, ma è lo stesso Ranieri a raccomandarsi che nell’immediato futuro «non si sbagli il mercato». Il tecnico dice di «voler andare in Europa» e può farcela battendo Milan e Torino. Ha trasformato un flop in una speranza. Ma non è così che si fanno le cose e questo è il prossimo compito di Ranieri: far sì che non ci sia bisogno di lui.