Panatta estremo su Sinner-Djokovic: "Finché uno non respira più"

venerdì 11 luglio 2025
Panatta estremo su Sinner-Djokovic: "Finché uno non respira più"
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L’attesa è finita. Jannik Sinner e Novak Djokovic si affrontano oggi pomeriggio, dopo il match tra Carlos Alcaraz e Taylor Fritz, nella semifinale di Wimbledon. Una sfida non solo generazionale, ma anche una vera e propria battaglia per il dominio tennistico del presente. Con la lucidità e il gusto che lo contraddistingue, Adriano Panatta, voce autorevole del tennis italiano, ha tracciato sul Corriere della Sera i contorni di un duello che non può prescindere dalla storia recente dei confronti diretti: “Siamo al decimo scontro, e Jannik è avanti 5-4. Le prime tre le ha vinte Djokovic, poi Sinner si è imposto cinque volte nelle successive sei. Sa bene come battere il numero uno di ieri”.

Per Panatta, la chiave dei match tra i due è mentale e tattica prima ancora che tecnica. Entrambi, infatti, condividono un tennis simile nella struttura, ma opposto nel metodo d’attacco. La vittoria si costruisce sull’usura dell’avversario, in una sorta di apnea prolungata che ha una traduzione spietata nel gergo dei giocatori: "Tenere la testa dell’altro sott’acqua finché non respira più. Djokovic, in passato, ci riusciva con sottigliezza, Sinner preferisce un approccio più diretto, tira cazzotti finché l’altro non finisce sotto il livello del mare".

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Ma è Djokovic, ricorda l’ex campione del Roland Garros, ad avere ancora una conoscenza profonda dell’erba, superficie infida e trasformata negli anni. Più lenta e battuta di un tempo, oggi favorisce anche un gioco più difensivo, e questo ha spesso consentito al serbo di imporsi con meno fatica fisica rispetto agli avversari. Eppure, anche su questa superficie, il baricentro del confronto si è spostato.

Lo si è visto chiaramente nella semifinale del Roland Garros di quest’anno, dove Sinner ha gestito lo scambio con ritmo e continuità, riducendo "in macerie il fortino difensivo del serbo". Questo, per Panatta, dovrà fare anche oggi: imporsi fin dal primo punto, dettare tempi e modi del gioco, mantenere l’iniziativa. "Deve essere lui a giocare, impedendo che a farlo sia Djokovic".

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La gestione del servizio sarà un elemento cruciale. Nelle ultime partite l’azzurro ha mostrato qualche incertezza al riguardo, ma secondo Panatta le notizie in arrivo sono rassicuranti, anche su quel braccio fasciato con la classica protezione bianca, “che sembra un insaccato”, scherza l’ex tennista. Meno chiare, invece, le condizioni di Djokovic, reduce da una scivolata nel match contro Cobolli.

E proprio su Flavio Cobolli, Panatta spende parole di stima e fiducia: "Mi ha impressionato — ha aggiunto — È diventato un giocatore vero, difficile da battere. Lo aspetto in Top Ten”. Una previsione che profuma di speranza per il futuro del tennis azzurro. Intanto, però, gli occhi sono tutti puntati su Sinner. Se riuscisse a superare Djokovic, centrerebbe la quarta finale Slam consecutiva, dopo US Open 2024, Australian Open e Roland Garros 2025. E allora sì, il passaggio di testimone sarebbe più di un simbolo: diventerebbe realtà. Per Panatta e per tutti gli appassionati, oggi si gioca molto più di una semifinale. Si gioca il destino del tennis di domani.

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