Due giorni dopo l’impresa a Wimbledon, partono le analisi sul perché e sul come ha fatto Jannik Sinner a vincere il suo quarto Slam e a diventare il duca bianco di Londra. Sulla rivista sportiva francese L’Equipe è l’ex-numero uno al mondo e vincitore di 7 prove del Grande Slam (ma non Wimbledon, dove è arrivato al massimo ai quarti di finale) Mats Wilander a fare un’analisi nella sua consueta rubrica. Il 60enne, però, stronca in qualche modo Sinner ed esalta, invece, Alcaraz: “Tutti possono provare a giocare come Sinner, non richiede un talento eccezionale, mentre altra storia sarebbe voler imitare Alcaraz, il che richiede capacità estremamente rare”.
Eppure è stato lo stesso Sinner, in conferenza post-vittoria, a parlare di sé stesso come di un ragazzo che sta compiendo un percorso, che ancora non è arrivato alla sua completezza: “Credo di non essere ancora al massimo, a 23 anni non si può esserlo. Sto cercando quei dettagli che fanno la differenza, lo 0,1% come dico spesso”. E lo stesso Alcaraz, a fine partita, aveva ammesso: “Sinner, partendo dal secondo set, ha alzato il livello da fondocampo. Non sapevo cosa fare; sentivo che lui era più completo di me”.
In ogni caso, lo stesso Wilander vede poi in Sinner un precursore che mette il lavoro davanti al talento per poter competere con i migliori. Un po’ come CR7 nel calcio: “Gioca un tennis avanti di cinque o dieci anni rispetto ai suoi tempi. Non ho mai visto nessuno giocare a tennis con la stessa aggressività di Sinner. Lui sta aprendo la strada e diventerà presto un modello, perché non tutti possono giocare a tennis come Alcaraz; richiede capacità estremamente rare. D'altra parte, tutti possono provare a giocare come Sinner, il che non richiede un talento eccezionale in sé, ma un impegno totale”.