L’intesa tra l’Inter e Ademola Lookman è già stata raggiunta. D’altronde l’eroe di Dublino, teatro della finale di Europa League in cui firmò un’indimenticabile tripletta per l’Atalanta, aveva già chiesto di essere ceduto la scorsa estate. Su di lui c’era il Psg che però poi strappò la promessa di Kvaratskhelia che si materializzò a gennaio e Lookman rimase così a Bergamo per un ulteriore annodi alti e bassi in campo e, soprattutto, nel rapporto con Gasperini. Ma anche Lookman stesso aveva strappato una promessa ai Percassi: se mai un top club avrebbe bussato alla porta in estate, quella porta doveva essere come minimo aperta per parlarne.
L’Inter ha intuito la situazione e, nel silenzio, tra vari nomi lanciati nel marasma mediatico - Nkunku? Asensio? Nulla di vero né di sostenibile - si è avvicinata al nigeriano. E ora Lookman vuole solo l’Inter. A molti tifosi ha ricordato l’estate in cui uscì il nome di Hakimi ad accordi già trovati. L’intesa sia tecnica (gli piace il progetto) sia economica con Lookman è stata relativamente facile da raggiungere: si può pensare sia per un ingaggio da 3,5 o 4 milioni netti, non di più, ovvero il doppio rispetto a quello attuale che è pari a 1,8 milioni netti all’anno. Fondamentale per l’Inter il fatto che Lookman goda del Decreto Crescita che abbatte il costo lordo dell’ingaggio per il club. E poi anche la volontà del giocatore che non considera l’Arabia Saudita perché il suo desiderio era un salto di qualità prima di tutto agonistico.
Per tutti questi motivi, ma non solo, Lookman rientra nelle possibilità dell’Inter. Non è ancora iniziata una vera trattativa ma il club nerazzurro ha fatto che sapere che l’interesse è concreto. Quaranta milioni è, secondo gli agenti, la cifra nella promessa d’addio. La Dea invece sostiene che il giocatore valga 50 milioni ma non c’è un muro. Anzi, il fatto che l’Atalanta abbia già acquistato Sulemana che gioca esattamente nella posizioni di Lookman dice tanto. L’Inter vuole offrire a Chivu un’alternativa al 3-5-2, che rimarrà la base ma con uno come Lookman in campo diventerà molto più flessibile e sinteticamente riconducibile a un 3-4-2-1 (il nigeriano si allarga mentre una mezzala si alza e l’altra mezzala affianca il regista).
Lookman è il profilo ideale perché non è un’ala che gioca con i piedi sulla linea laterale né un trequartista che ha bisogno di partire dal centrocampo, bensì uno che si stacca dall’attacco per ritagliarsi la posizione ai fianchi della prima punta. Il modus operandi dei dirigenti nerazzurri è profondamente diverso rispetto al passato, molto più libero. L’Inter vuole chiudere le entrate prima di dedicarsi alle uscite perché può farlo. Il bilancio finalmente in attivo lo permette. Poi in ogni caso i vari Asllani, Stankovic, Buchanan, Sebastiano Esposito e Taremi saranno da cedere, ma è più facile farlo ad agosto che non a luglio. A luglio è più facile acquistare.
L’idea di affondare per Lookman sottintende la rinuncia all’investimento pesante in difesa per Leoni o chiper lui? Possibile. Probabile, a meno che non arrivino offerte irrinunciabili per Pavard. Ma non comporta altre grosse cessioni come quella di Thuram, che non è e non sarà sul mercato. Su questo l’Inter è categorica. La riduzione del bond potrebbe aver portato Oaktree a concedere un rialzo sul costo rosa di circa 12-15 milioni all’anno. Lookman a 40 milioni di cartellino più l’ingaggio di cui sopra (con Decreto Crescita) dovrebbe cubare esattamente questa cifra. E tutto torna. Atalanta permettendo.