Nel tennis, quasi sempre, ogni calo ha una spiegazione, ma non tutti hanno lo stesso peso. E anche in un’estate complicata come questa, è bene distinguere tra chi può permettersi una pausa e chi rischia di deragliare. Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini attraversano entrambi un momento difficile, ma per motivi e prospettive molto diversi, soprattutto con vie d’uscita diametralmente opposte. Per Musetti, il punto di svolta è stato paradossalmente un apice: la semifinale al Roland Garros contro Alcaraz. Quel giorno, sul Philippe Chatrier, aveva vinto il primo set e tenuto botta nel secondo, prima che una lesione muscolare di primo grado all’adduttore della gamba sinistra, lo tagliasse fuori.
A Wimbledon, dove un anno fa era arrivato in semifinale, è uscito subito per mano di Basilashvili, complice anche un virus intestinale. In Nord America ha mostrato qualcosa: un buon esordio a Toronto, ma anche una sconfitta dolorosa con Michelsen dopo aver salvato sei match point. Il cemento resta ostico, ma la classifica lo tiene a galla (sesto nella Race) e il talento non si discute. Per lui serve tempo, fiducia, normalità. La crisi di risultati è di passaggio; il talento è la stella polare per tornare a vincere. L’obiettivo Finals a Torino è ampiamente alla portata, seppur la superficie non sia quella congeniale. Diverso il discorso per Paolini. Dopo la magia del Foro Italico e una stagione che sembrava lanciarla definitivamente nell’élite, qualcosa si è incrinato. Il Roland Garros ha lasciato una ferita profonda: avanti di un set e con tre match point contro Svitolina, ha finito per perdere nettamente. E da lì non si è più ripresa. L’erba è stata impietosa: uscite premature a Berlino, Bad Homburg e Wimbledon, ma più dei risultati, è il caos nel suo box a colpire. Via Furlan, dentro Marc Lopez, poi subito fuori anche lui.
Sinner, con chi (e dove) l'hanno beccato dopo l'allenamento a Montecarlo
Beccato di nuovo. Galeotto fu il gelato per Jannik Sinner, che si è concesso una dolcissima distrazione nel bel m...A Londra nel suo angolo Garbin, Errani, Lorenzi, Lopez stesso. Troppe voci, nessuna guida. Per una come Jasmine, che ha costruito tutto sulla coerenza e sulla solidità interna, è stato un crollo. A Montreal l’ennesimo campanello: sconfitta da Aoi Ito, giapponese 21enne, numero 110 al mondo. Paolini ha commesso 67 errori non forzati, perdendo un match che era alla sua portata. Ora è seguita momentaneamente da Federico Gaio, giocatore ancora in attività. Sarà scelta definitiva? Difficile dirlo, ma è chiaro che Jasmine ha bisogno di chiarezza. E magari anche di riconsiderare chi l’ha condotta fin qui. Nel frattempo, Matteo Berrettini salta anche Cincinnati, e punta su un ritorno graduale (allenandosi con Sinner a Monte Carlo). Perché a volte, prima di ripartire, serve solo fermarsi.