Il servizio. Una partita di tennis ha sempre un inizio e una fine ma il movimento che dà il via a uno scambio, sia essa una sfida al vicino circolo oppure la finale di uno slam, resta sempre il servizio.
A questo sta pensando Jannik Sinner nelle ore che lo separano dal debutto negli US Open contro il ceco Vit Kopriva, numero 89 del ranking (diretta su Sky e, in chiaro, sul canale Supertennis verso le 19), un avversario non impossibile nel primo turno dello slam statunitense che la Volpe Rossa ha vinto 12 mesi fa. L’enorme stadio centrale di Flushing Meadows, intitolato al grande Arthur Ashe, il campione Usa di colore scomparso per una trasfusione sbagliata che gli causò l’Aids, attende il numero 1 del mondo come fosse nato a Manhattan, tale è l’entusiasmo e l’affetto che nutrono i newyorchesi per questo ragazzo nato in una valle dolomitica ma ormai figlio del mondo. Ma dicevamo del servizio, il colpo che deciderà le sorti di questo slam, l’ultimo della stagione. Sul cemento urge tenere sempre percentuali delle prime palle intorno al 60-65 per cento: nel recente 1000 di Cincinnati il nostro Jannik è arrivato sì in finale ma ha visto scendere questo fondamentale dato al 56%. Per non parlare dei punti spillati con la prima: a Wimbledon, dove ha stravinto, Sinner ne otteneva 88 su 100, a Cincinnati è sceso a 79. E in uno slam dove chi picchia di più domina, il servizio dovrà funzionare a dovere.
PRIMA COSA
«La prima cosa su cui abbiamo lavorato quando ho iniziato con Jannik sono stati i movimenti della prima e della seconda palla», ha ammesso Darren Cahill, l’uomo che nel 2023 intuì subito cosa non funzionava al meglio e gli ha cambiato il gioco, elevandolo a un tennis letale. «Qui a New York dovrò servire al meglio», ha ammesso nei giorni scorsi lo stesso Sinner che non ha esitato, in alcuni allenamenti, a palleggiare fianco a fianco con il suo amico/nemico Carlitos Alcaraz. Stasera Vit Kopriva vivrà l’emozione più grande dei suoi 28 anni: «Quando mi hanno riferito che nel primo turno avrei dovuto affrontare Sinner non ero scioccato ma sorpreso. Giocare con il numero uno e con un ragazzo che diventerà una leggenda del mio sport è qualcosa di speciale e non capita spesso». Prima di Jannik scenderanno in campo stasera i due Lorenzo: Musetti contro il francese Giovanni Perricard e Sonego contro l’australiano Tristan Schoolkate.
Nel frattempo a Flushing Meadows stanno accadendo cose strane: Daniil Medvedev è stato eliminato al primo turno da Benjamin Bonzi per 6-3, 7-5, 6-7, 0-6, 6-4 in una partita che visto il russo prima perdere la testa per un’assurda entrata di un fotografo in campo e poi sfasciare la racchetta. Qualificati al secondo turno, invece, Ben Shelton che ha battuto Ignacio Buse (6-3, 6-2, 6-4) e Taylor Fritz a Emilio Nava (7-5, 6-2, 6-3). Ha tremato Nole Djokovic: il serbo stava cedendo clamorosamente durante il secondo set contro Learner Tien prima di salvarsi (6-1, 7-6, 6-2) dopo un intervento medico. «Mi sentivo senza forze», ha detto alla fine il 24 volte vincitore di slam ritrovando il sorriso quando gli hanno chiesto del dualismo Sinner-Alcaraz: «Empatizzo già per il terzo uomo fra Jannik e Carlos!». Guarda un po’, che era Nole ai tempi di Federer e Nadal.