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Nadal e Serena Williams. Wimbledon è ancora vostro

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Lo spagnolo bissa il successo del 2008 battendo Berdych. L'americana, invece, cala il poker a Londra

Roberto Amaglio
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Il cambio della guardia è ormai concluso. Dopo aver trionfato sulla superficie amica del Roland Garros (ossia la terra rossa), Rafael Nadal va a conquistare in “casa” di Roger Federer il suo secondo Wimbledon, confermandosi in questo 2010 l'assoluto padrone del palcoscenico tennistico internazionale. Come nel 2008, infatti, lo spagnolo è riuscito a centrare la doppietta in questi due importanti trofei del Grande Slam, legittimando la sua leadership nella classifica Atp (dove Federer è sceso addirittura al terzo posto) e confermando come i suoi guai fisici siano ormai un lontano ricordo. Berdych liquidato – Nada de hacer per Tomas Berdych, il killer di Federer. Dopo aver eliminato ai quarti l'ex re dell'erba inglese, infatti, il tennista ceco non ha potuto nulla contro Nadal, il quale lo ha fatto bersaglio per 2h e 13', ossia il tempo in cui lo spagnolo ha fatto suoi i tre set (6-3, 6-6, 6-4). Leggenda – Per Nadal questo trionfo londinese rappresenta l'ottava gioia in un torneo del Grande Slam. Lo spagnolo ha così raggiunto leggende del tennis come Fred Perry, Ken Rosewall, Jimmy Connors e Andre Agassi, avvicinando al contempo Federer, Sampras, Emerson, Laver, Borg e Tilden, i quali guidano questa speciale classifica della storia della racchetta. Tra l'altro Nadal può vantare una media impressionante nelle finali da lui disputate: su 10 assalti alla coppa, infatti, lo spagnolo ne ha falliti solo due, ossia le due finali di Wimbledon nel 2006 e nel 2007 perso contro Federer. Poker Williams – Se Nadal sigilla il suo dominio, in campo femminile pure Serena Williams fa valere la sua stazza mostruosa portandosi a casa il suo quarto Wimbledon. Per la tennista americana, finale senza storia contro la russa Vera Zvonareva, liquidata in 1h e 7' con il punteggio di 6-3, 6-2. Speriamo di non vederla così a novembre in Federation Cup: altrimenti per le italiane saranno dolori.

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