Zero gol, portieri protagonisti, e un pareggio che di sicuro rende più felice il Toro e frena le ambizioni di risalita della Juve, che manca la terza vittoria consecutiva in campionato e fa un passo indietro sul piano del gioco, restando fuori dalla zona Champions. L'entusiasmo per l'arrivo in panchina di Luciano Spalletti ha mascherato per un paio di partite i difetti di inizio stagione di Locatelli e compagni, riemersi in una serata complessa, anche per merito di un Toro attento e coriaceo, che conferma di essere in crescita. Ritmi blandi, attaccanti spuntati, nuovi acquisti che faticano a ingranare: la Juve è lontana dalla guarigione, la sosta per le nazionali arriva nel momento giusto per permettere a Spalletti di lavorare con tranquillità e provare a raddrizzare un'annata non semplice.
La Juve prende da subito in mano il derby ma si limita a un possesso sterile, anche perché il Toro è ben disposto in campo, compatto tra le linee di centrocampo e difesa, e attento a non concedere spazi a Yildiz e Conceiçao, scelti in attacco da Spalletti alle spalle del totem Vlahovic. Davanti Ngonge e Simeone sono abbandonati un po' troppo a se stessi, in compenso però il muro composto da Coco, Maripan ed Ismajli regge senza grossi sussulti. La Juve non difetta tanto di cattiveria quando di precisione e pulizia negli ultimi 30 metri, che agevola il compito dei granata. Non a caso la prima conclusione verso lo specchio della porta è di Coco, che in girata in mischia non impegna Di Gregorio. La Signora non riesce ad alzare i ritmi, anche se comunque prova a insidiare Paleari attorno alla mezz'ora, quando un'incursione sulla sinistra di Koopmeiners, confermato braccetto di difesa, costringe il portiere a un'uscita avventurosa e al suo primo intervento sulla botta da fuori di Thuram. La gara non si accende ulteriormente – anche se Ngonge con una magia si libera di due difensori e serve in profondità Simeone, chiuso da Di Gregorio – fino al 41', quando Conceiçao fa tutto bene e impegna Paleari con un diagonale angolato.
Rispetto al primo tempo soporifero la ripresa regala da subito qualche sussulto, tra un gol annullato per fuorigioco a Simeone e una chiusura provvidenziale di Ismajli su Yildiz lanciato in porta da Thuram. L'ingresso in campo di Adams (subentrato nell'intervallo a Ngonge) regala centimetri e peso offensivo all'attacco del Toro, che infatti sfiora il vantaggio con un tiro a botta sicura disinnescato dall'attento Di Gregorio. La Juve appare in debito d'ossigeno e Spalletti corre ai ripari cambiando tutto il fronte offensivo, con gli inserimenti di David, Zhegrova e, nel finale, Openda. I bianconeri trovano nuova linfa dai cambi ma Paleari sale in cattedra rivelandosi insuperabile. Prima mura David, poi respinge il colpo di testa di McKennie su pennellata di Zhegrova, infine ferma Yildiz. Il Toro non si scompone, resiste con attenzione e generosità fino alla fine e porta a casa un punto prezioso. La Juve manca il salto di qualità, a Spalletti il lavoro non mancherà in vista della sosta.