Quando si raccontano i guadagni dei tennisti, spesso si citano cifre che sembrano astronomiche, ma che in realtà rappresentano importi lordi. Prima di finire sul conto degli atleti, quei premi subiscono una trattenuta immediata nel Paese in cui si gioca il torneo, una percentuale che varia in base alle regole fiscali locali. Successivamente l’importo va dichiarato nel Paese di residenza, dove — se il reddito sportivo è tassabile — la ritenuta estera può essere compensata tramite il credito d’imposta. Per chi vive invece in uno Stato che non applica imposte personali, come Monaco, quel prelievo alla fonte è definitivo. Da questa cornice nasce il calcolo che riguarda Jannik Sinner: dei circa 4,4 milioni guadagnati con il trionfo alle ATP Finals 2025, poco più di 1,3 milioni finiscono allo Stato italiano.
La vittoria di Torino, ottenuta battendo Carlos Alcaraz in due set e completando un percorso perfetto senza concedere neppure una frazione in cinque incontri, ha fruttato al numero due del mondo il premio più ricco mai assegnato dall’ATP: 5 milioni 71 mila dollari, poco sotto i 4,4 milioni di euro. Su quella cifra scatta automaticamente la ritenuta del 30% prevista per gli sportivi non residenti che ottengono compensi sul territorio italiano; è un’imposta sostitutiva, separata dall’Irpef e applicata direttamente sul lordo.
Il meccanismo è identico a quello visto al Masters 1000 di Roma dello scorso maggio, quando il finalista altoatesino aveva subito un prelievo di 157.161 euro sui 523.870 incassati. Gli appuntamenti italiani sono dunque gli unici in cui Sinner genera un reddito imponibile per il fisco nazionale. In tutti gli altri tornei, disputati oltreconfine, il campione beneficia del regime monegasco: paga soltanto le trattenute locali e nulla di più.