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La Lega Serie A dice no alla limitazione degli extracomunitari

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Contrari alla decisione della FIGC. "Noi non interpellati". I suoi rappresentanti diserteranno il consiglio federale

Roberto Amaglio
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Non piacciono alla Lega di Serie A le nuove regole imposte dalla FIGC sul tesseramento dei giocatori extra-comunitari. In virtù del giro di vite previsto sull'argomento, la Lega di A ha deciso di disertare il Consiglio Federale, in programma venerdì a Roma. La decisione è stata presa dall'Assemblea, riunitasi oggi a Milano ed è stata ufficializzata con un comunicato stampa che ha rispedito al mittente il tentativo di mediazione tentato all'ultimo da Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio. La nota - "L'Assemblea della Lega di Serie A ha preso atto della delibera della FIGC in materia di tesseramento di extracomunitari, adottata in modo estemporaneo a fronte delle difficoltà del calcio nazionale, mortificato dall'esclusione fin dalle prime battute dal Campionato del Mondo e dalla esclusione del nostro Paese dall'organizzazione dei prossimi grandi eventi calcistici internazionali. Ribadiamo che si tratta di una scelta sbagliata nel merito e nei tempi, adottata a mercato aperto senza tenere conto degli impegni nel frattempo assunti dalle Società, che vengono poste di fronte al rischio concreto di risultare inadempienti verso i club con i quali hanno negoziato il trasferimento di atleti facendo legittimo affidamento su un sistema che mai prima d'ora era stato modificato senza il consenso della Lega. Al di là del merito la decisione è molto grave perché adottata senza alcun confronto preventivo e votata a maggioranza dal Consiglio Federale contro il parere dell'unica componente direttamente interessata alla questione, così come si sta facendo per altre scelte progettuali fondamentali per il futuro del calcio italiano (organizzazione dell'attività delle nazionali, sviluppi dei settori giovanili, rilancio del Centro Tecnico Federale)". In chiusura un appunto sul peso economico della Lega di A sugli equilibri della Federazione. "La Serie A origina la sostanziale totalità delle risorse economiche del sistema calcio, trasferisce il 10% (pari a quasi 100 milioni di euro per stagione sportiva) del valore dei diritti tv alle altre componenti del sistema, fornisce alla nazionale i giocatori per le competizioni. A fronte di tutto ciò conta solo tre rappresentanti su 27 nel Consiglio Federale. Nonostante questa scarsa rappresentatività, la Serie A ritiene di non partecipare con i suoi rappresentanti ai prossimi lavori del Consiglio". Momento difficile quindi per Abete e la FIGC, già alle prese con le grane sul rinnovo del contratto collettivo, sollecitato a più riprese dell'Associazione Italiana Calciatori.

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