Quando la discussione politica a sinistra, come accade ciclicamente, prende a ruotare attorno allo ius soli di solito vuole dire che la situazione degli sbarchi di clandestini è talmente fuori controllo da necessitare di una manovra diversiva per distrarre l'opinione pubblica. Fateci caso: più sale il numero degli immigrati che raggiungono le nostre coste più il Pd si lancia in proclami sul diritto di cittadinanza. Questa volta a spalleggiarlo è scesa in campo anche la ministra degli Interni Luciana Lamorgese che in realtà dovrebbe occuparsi di ben altri diritti, tipo quello degli italiani di avere - soprattutto in era Covid - confini protetti e in subordine quello degli immigrati di avere una accoglienza civile e sicura in attesa, per i non aventi diritto, di un celere rimpatrio.
Ma, siccome il ministero degli Interni non è in grado di fare né la prima né la seconda cosa, la si butta sui diritti civili omettendo che l'Italia già oggi è tra i Paesi occidentali quello con il più alto tasso di integrazione di fatto a partire dai diritti allo studio e all'assistenza per i minori - e con il maggior numero di cittadinanze concesse, circa 130 mila all'anno, secondi solo alla Germania. Tutto questo Enrico Letta lo sa bene, ma siccome non sa bene cosa fare del suo partito che come un pendolo oscilla tra Draghi e Conte a seconda dei giorni, ecco che non trova di meglio che ammorbare i suoi e tutti noi con questioni inutili e marginali tipo la legge sulla transfobia, detta anche legge Zan, o sullo ius soli spacciato come emergenza nazionale.
E siccome da quelle parti si è persa non solo la linea ma pure il senso del ridicolo, ieri la senatrice Pd Monica Cirinnà ha posto con forza al governo un problema centrale per la democrazia: «Ai trans- ha dichiarato- non può essere chiesto di esibire il Green pass per una questione di privacy identitaria». Brava Cirinnà, ma mi chiedo: come fa un poliziotto a capire che una certa persona è trans in modo da non disturbarla? E come si fa a controllare la veridicità di questa, immagino, autocertificazione-salvacondotto? Povera sinistra, che quando parla di identità incerte in realtà parla di se stessa.
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.