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Immigrazione, meno morti in mare con Salvini: il triste record di Luciana Lamorgese

Alessandro Gonzato
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Quando al Viminale c'era quel razzistaccio di Matteo Salvini e non come oggi la bravissima Luciana Lamorgese nel Mediterraneo si moriva molto meno: 1.283 decessi in tutto il 2019 (...) (il leghista è rimasto in carica fino a settembre) contro i 1.559 da inizio 2021 ai primi di novembre, «stima minima», sottolinea il rapporto Migrantes sul diritto d'asilo promosso dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) che ha elaborato i dati dell'agenzia europea Frontex e dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). Nel 2020, invece, i morti sono stati 1.448. Salvini nei primi 9 mesi del 2019 aveva fatto scendere del 45% circa gli sbarchi clandestini rispetto all'anno precedente (inizio mandato del leghista giugno 2018, anno in cui complessivamente gli sbarchi erano stati 23.370 mila), e l'equazione meno arrivi irregolari meno morti e dispersi è talmente ovvia che la sinistra l'ha sempre ignorata. Nel 2019 (Salvini al ministero dell'Interno, lo ricordiamo) erano arrivati con barconi e barchini 11.097 irregolari (dati del governo) e quest' anno sotto la gestione Lamorgese - dato aggiornato a ieri - 63.062, quasi il sestuplo. Politica dei porti chiusi (o comunque del pugno duro con l'Ue) contro quella dei porti spalancati.

 

ROTTE DI MORTE
La tragedia si consuma principalmente nel Mediterraneo centrale sulla rotta che dal Nordafrica conduce verso l'Italia e Malta. Sommando i decessi avvenuti nell'Oceano Atlantico, quest' anno, fino a inizio novembre, eravamo a 2.460 vittime (in tutto il 2020 sono state 2.350). Particolarmente critico anche il tratto tra l'Africa occidentale e le isole Canarie (governate dal Partito Socialista Operaio Spagnolo) dove per ogni 12 arrivi si registra un morto o un disperso. I dati, torniamo dalle nostre parti, sono terribili e smontano la narrazione di Pd, cespugli sinistrati e giornalisti militanti, e anche il rapporto Migrantes, pur involontariamente, stronca il loro finto buonismo. Leggete: «I dati sul numero crescente, negli ultimi due anni, di rifugiati e migranti che sbarcano in Italia sulla rotta del Mediterraneo centrale possono essere liberati da allarmismi e cliché della propaganda politica se li si considera su una scala temporale un poco più ampia. I circa 53 mila arrivi nel periodo gennaio-ottobre 2021 (a oggi 10 mila in più come abbiamo visto, ndr) sono sì quasi il doppio rispetto allo stesso periodo 2020. Ma», attenzione, «anche un terzo degli oltre 159 mila registrati sempre nel medesimo periodo del 2016 e meno della metà rispetto al 2017».

 

 

MINORENNI
Chi c'era allora al governo in Italia? Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Non Salvini né Giorgia Meloni. Neanche Silvio Berlusconi. C'erano gli allora campioni del Partito Democratico. Tempi di massimo splendore per le Coop dell'accoglienza, in molti casi pelosa. Il rapporto promosso dalla Cei evidenzia «la cifra record di migranti (28.636 fino al 6 novembre) che la guardia costiera libica «finanziata dall'Italia e dall'Ue sta intercettando in mare e riportando in quello che continua a essere l'inferno della Libia». Poi: «Sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l'Italia, almeno da agosto 2020 a luglio 2021, (...) è cresciuta di molto anche la quota di arrivi da una rotta anomala come quella turca (quasi il 14% degli immigrati sbarcati contro l'8 del 2020)». Colpa della scarsa operatività e capacità diplomatica del ministro dell'Interno, Lamorgese, e del collega agli Esteri, Luigi Di Maio. Rispetto alla gestione Salvini, ma anche all'anno scorso, è cresciuto notevolmente il numero di migranti minorenni non accompagnati da famigliari e quello di chi, inserito nei centri d'accoglienza, ha fatto perdere le proprie tracce. Ieri l'Ue è intervenuta sul tema migrazioni coi soliti buoni propositi (solo quelli). Nel pomeriggio il premier Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico col direttore generale dell'Oim, Antonio Vitorino: al centro la Libia, il Sahel e la situazione in Afghanistan. Senza un ministro dell'Interno è dura. 

 

 

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