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Guerra e fame rilanciano gli sbarchi: che cosa ci aspetta adesso

Migranti
lunedì 16 maggio 2022

3' di lettura

La cronaca degli sbarchi- lievitati nelle ultime settimane - rischia di aprire un nuovo fronte nel governo già traballante. Le diverse anime della maggioranza già non in passato hanno accusato il colpo in materia. Giusto ieri altre due carrette del mare con a bordo complessivamente 78 persone sono state intercettate dai militari della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Si aggiungono ai 207 che tra la notte di sabato e domenica hanno raggiunto la più grande delle Pelagie. Sul primo gommone, rintracciato a due miglia da Punta Sottile e sequestrato una volta giunto al molo Favaloro, c'erano 9 tunisini, tutti uomini. Arrivano da Burkina Faso, Sudan, Bangladesh, Algeria, Camerun, Eritrea, Egitto, Etiopia, Ghana, Nigeria, Costa d'Avorio e Mali, invece, i 69 migranti, tra cui 11 donne e 3 minori, intercettati su una barca in legno di circa 7 metri a 43 miglia dalle coste dell'isola. Dopo i primi controlli sanitari sono stati condotti nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove le presenze, al momento hanno raggiunto quota 867. A dirla tutta la capacità del centro di prima accoglienza di Lampedusa avrebbe una capacità massima di 250 persone quindi già siamo ben oltre la soglia di tolleranza massima. Bella grana per il governo he si appresta ad affrontare una stagione primaverile che solitamente riattiva le partenze dei disperati. Quest' anno, poi, la riduzione delle esportazioni agroalimentari a buon prezzo dall'Ucraina ha colpito soprattutto Paesi del Mediterraneo già in affanno. Non a caso sono aumentati gli sbarchi di cittadini egiziani, tunisini, marocchini. 


Nel solo primo trimestre del 2022 gli attraversamenti illegali delle frontiere esterne dell'Ue sono saliti ai massimi dalla crisi migratoria del 2016, a 40.300 circa, il 57% in più rispetto al primo trimestre 2021. Lo comunica Frontex, puntualizzando che gli arrivi dei rifugiati dall'Ucraina sono esclusi dal computo. Secondo il censimento del Viminale (del 14 maggio), sono 115.342 le persone in fuga dalla guerra in Ucraina arrivate finora in Italia: 60.085 donne, 16.093 uomini e 39.164 minori. Le destinazioni principali restano Milano, Roma, Napoli e Bologna. In marzo sono stati registrati 11.700 attraversamenti illegali delle frontiere Ue, il 29% in più rispetto al 2021. Gli sbarchi quest' anno quindi risentiranno pesantemente degli effetti indotti dal blocco delle esportazioni di prodotti alimentari primari (grano, semi di girasole, cereali in genere), che fino all'anno scorso dalla Russia e dall'Ucraina davano da mangiare a milioni di persone nei Paesi poveri del mondo. Non a caso la settimana scorda il governo indiano ha deciso di bloccare le esportazioni di grano per prevenire carenze interne negli approvvigionamenti.


Solo pochi giorni fa il capo del Programma alimentare mondiale David Beasley - in un'intervista alla Bbc ha lanciato l'allarme: il conflitto in Ucraina potrebbe far salire alle stelle i prezzi alimentari globali, con un impatto catastrofico sui più poveri del mondo. Secondo Beasley, Russia e Ucraina, un tempo soprannominate "il granaio d'Europa", davano da mangiare - esportando circa un quarto del grano mondiale e metà dei suoi prodotti di girasole, come semi e olio - a milioni di persone. L'Ucraina vende anche molto mais a livello globale. Gli analisti hanno avvertito che la guerra potrebbe avere un impatto sulla produzione di cereali e persino raddoppiare i prezzi globali del grano. Il numero di persone alla fame era già aumentato da 80 milioni a 276 milioni in quattro anni prima dell'invasione della Russia, a causa di quella che lui chiama una "tempesta perfetta" di conflitto, il cambiamento climatico e Coronavirus.

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