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Augusta Montaruli "ritardata". Chi insulta così la meloniana (e i suoi genitori)

Augusta Montaruli  

Francesco Storace
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In un solo colpo la sinistra twittarola riesce ad essere violentissima e a colpire le persone più fragili, bambini e disabili. Tutto questo perché in Parlamento c'è chi dice pane al pane e vino al vino come ha fatto la deputata di Fdi Augusta Montarulli, oggetto di contumelie incredibili per il suo intervento sul cosiddetto ius scholae. Forse a scuola dovrebbero andarci quei contestatori che l'hanno riempita di insulti. Al punto che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ha dovuto pubblicare su Facebook alcuni degli epiteti più violenti. E lentamente qualche voce si è sentita anche da sinistra, come la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani. Ma resta ignobile quanto accaduto sui social. Ovviamente non ha avuto dubbi nel manifestare solidarietà alla Montaruli anche Matteo Salvini, segretario della Lega, indignato pure per l'attacco alla sede del suo partito a Firenze: «Tanta violenza dei presunti buoni, tanto odio di sinistra, ma non ci faremo intimidire!».

 

 

LA DIFESA DI GIORGIA - La Montaruli ha dovuto leggere persino attacchi indecorosi rivolti ai suoi genitori, entrambi affetti da sordità con il papà morto diversi anni addietro. Ma gli incivili sul web non si fermano di fronte a nulla. «Sei più ritardata di quei due merdosi che ti hanno cresciuta», il tenore degli insulti. E dicono di essere i paladini delle minoranze. La Meloni ha detto dei genitori della Montaruli parole toccanti: «Una bella famiglia che le ha insegnato a non darsi per vinta, a difendere quello in cui crede con de terminazione e umanità. L'altro ieri è intervenuta in Aula contro lo Ius Scholae e questi sono alcuni messaggi che ha ricevuto da quelli che ci spiegano che dobbiamo «restare umani».

Ecco il clima che ha creato la sinistra, con la sua gara all'insulto libero, al disprezzo come arma politica, con il suo messaggio che gli avversari non vanno battuti, ma abbatmistico. Certo, per la sinistra è dura sentirsi dire che appare lunare discutere di argomenti divisivi quando gli italiani sono oppressi nel loro vivere quotidiano. «Questa legge peraltro discrimina pure gli stranieri che pagano le tasse e fanno il loro dovere». Senza poi contare la modifica dell'ultima ora con la richiesta di cittadinanza affidata a uno solo dei genitori del minore. Addio persino alla parità genitoriale...

 

 

SOLITA INTOLLERANZA - Per tutto questo si è scatenata un'autentica canea nei confronti di una deputata che, nel tempio della democrazia, ha espresso le sue opinioni su una proposta di legge che osteggia. Come se fosse vietato. Come se in Parlamento si dovesse essere tutti ossequiosi rispetto alle volontà di certa sinistra. Per fortuna, invece, esiste ancora il diritto di dissentire, soprattutto su temi che divido no in maniera rilevante la pub blica opinione. Sconcerta e preoccupa, invece, che il pensiero espresso nell'aula della Camera debba essere sottoposto a linciaggio e volgarità perché non gradito. È un clima di intolleranza, da pensiero unico, che sarebbe bene bandire immediatamente da parte di tutti. Compresi i presunti beneficiari che guardano alla spettacolo dal Nazareno (salvo qualche eccezione). 

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