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Torino, il marocchino che gli anarchici volevano liberare? Pluripregiudicato, anche per stupro

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Anarchici ed estrema sinistra hanno cercato di liberare un pluricondannato, anche per stupro. L'ennesima follia di piazza si è celebrata mercoledì pomeriggio a Torino, quando un gruppo di antagonisti ha assaltato una volante della Questura che stava trasportando il 30enne marocchino al Cpr di Milano.

Una follia doppia, dal momento che l'uomo è ben noto alle forze dell'ordine e con un curriculum criminale, purtroppo, di tutto rispetto. Non certo dunque una "vittima della giustizia" a cui ridare la libertà. Il nordafricano era arrivato in Italia da minorenne e ha vissuto a Bologna. La sua vicinanza ai compagni anarchici dell’ex Lavatoio occupato di via Brin ha fatto il resto. 

 

 

 

Il marocchino era stato fermato l'ultima volta la notte scorsa vicino al sottopasso di corso Grosseto. Poco prima aveva imbrattato i muri con scritte contro la polizia. Una bravata che gli è costata una denuncia per deturpamento e imbrattamento, oltraggio a pubblico ufficiale e inosservanza dell’ordine di espulsione. Portato in Questura e poi all’Asl di via Farinelli per gli accertamenti sanitari per il trasferimento al Cpr, è stato riportato in Questura dopo un primo tentativo fallito di liberarlo da parte degli anarchici.

 

 

 

Il tam tam sui social ha fatto il resto, con gli antagonisti che si sono riuniti in piazza XVIII dicembre dove è stata accerchiata la volante. Tre agenti feriti e cinque donne anarchiche fermate e denunciate per resistenza, con un'altra decina di manifestanti identificati, scrive il Corriere della Sera. Tutti in prima fila per difendere il compagno, e pazienza se quest'ultimo non solo fosse irregolare sul suolo italiano, ma pure tutt'altro che rispettoso della legge del Paese che lo ospita da una dozzina d'anni.

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