Cerca
Cerca
+

Pd, la missione dei dem per rifilarci più migranti

Esplora:

Francesco Storace
  • a
  • a
  • a

Lo sciacallaggio ha un acronimo: Pd. L’occasione è la giornata della memoria e dell’accoglienza, nel ricordo dei 368 morti di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Ne approfittano per fare propaganda. Provate a immaginare se fosse stato il 3 ottobre 2024 che cosa sarebbero stati capaci di organizzare. Governa Meloni, allora a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta. Eppure, sembra sempre colpa “delle destre”, come hanno continuato a cannoneggiare. Ieri, nell’anniversario, dal Nazareno sono stati spettacolari. Hanno ricordato che da allora sono oltre 30mila le vittime che hanno perso la vita nel Mediterraneo, la rotta migratoria più mortale al mondo.

E con loro sono finite in tragedia le speranze di un futuro migliore, di fuggire da persecuzioni, guerre e carestie nei Paesi di origine. E poi la linea da seguire, che loro dimenticarono: «Le vite umane si devono e si possono salvare, le morti in mare non sono inevitabili. Basta accordi con Paesi terzi (ed è incredibile, ndr). L'Europa e l'Italia rispettino gli obblighi di ricerca e soccorso, i diritti umani e il diritto di asilo perché tutti gli uomini e le donne valgono in ugual misura e con uguale dignità». A dirlo Marwa Mahmoud, responsabile Partecipazione e Formazione politica nella segreteria nazionale del Pd, che ha dimenticato che questa lezione del suo partito è stata già praticata senza alcun risultato concreto per salvare vite umane.

 

 

Ma ieri doveva essere anche la giornata degli smemorati, se dal Pd sono piovute una marea di dichiarazioni come se loro non avessero governato mai. Memorabile Anna Ascani, vicepresidente della Camera, con il suo macabro conteggio: da allora, «i morti e dispersi nel Mediterraneo sono stati in media circa 8 al giorno, cioè oltre 30.000, molti dei quali bambini, bambine e adolescenti. Il “mare nostrum” è diventato un immenso cimitero a cielo aperto: non è accettabile, non è umano».

Ad un convegno con la pretesa di emozionare, la parlamentare Pd ha sentenziato che «la situazione non cambierà nel prossimo futuro, le migrazioni continueranno a crescere, non solo per motivi economici, ma per motivi climatici o ambientali. E non possiamo non considerare ciò che sta avvenendo intorno a noi, a un passo da noi, il conflitto in Medio Oriente, la guerra sul territorio ucraino. L'approccio che dovremmo portare avanti per gestire questi fenomeni deve parlare il linguaggio dell'accoglienza, dell'integrazione, della responsabilità e questo può avvenire se si dismette l'idea che si tratti di emergenza».

Tutto bene, ma dov’era il Pd in quegli anni, l’onorevole Ascani lo avrà ricordato all’uditorio? Ancora più demagogica un’altra deputata Pd, Cecilia D’Elia, che afferma che a 11 anni dalla strage di Lampedusa «contiamo altre tragedie, come quella di Cutro e oltre 30mila vittime. Donne, uomini e bambini in fuga da guerre e carestie costretti a viaggi infernali nelle mani di scafisti e criminalità. Occorre da parte dell'Italia e dell'Europa uno scatto in avanti per garantire corridoi per ingressi sicuri e legali».

Mai un’autocritica. E l’immancabile “proposta”: «Serve una missione europea di ricerca e soccorso, semplificare i ricongiungimenti familiari», cioè fare ancora peggio. Prendiamone sempre di più. Ma ad essere meravigliosa è un’altra senatrice della Schlein, Enza Rando, che sul biglietto da visita ha impresso il ruolo di responsabile del settore Legalità del Pd. Da una parte il sostegno alla marcia a ricordo di quei morti del 2013, dall’altra il capolavoro di pretendere ancora più immigrazione clandestina in Italia: «Sollecitare sempre più impegno e politiche di accoglienza. Tutto il contrario, insomma, di quanto proposto in questi giorni dal Governo, con il cosiddetto “decreto flussi”, che persegue con la criminalizzazione delle Ong, promuove strumenti inefficaci come il click day e non affronta adeguatamente la questione del lavoro irregolare».

Non finisce qui: «Undici anni dopo la strage di Lampedusa, non si è ancora riusciti a cambiare la Legge Bossi-Fini: per questo abbiamo presentato una proposta di legge che si concentra sul tema del lavoro, per superare una norma che finisce solo per promuovere irregolarità e sfruttamento delle persone migranti». Chi avrebbe dovuto farlo in questi “undici anni” non si sa. Speculano e basta.

 

Dai blog