Su ingresso e soggiorno illegale la Consulta dà ragione al governo. Non è infatti costituzionalmente illegittima l'omessa depenalizzazione del reato di ingresso e soggiorno illegale sul territorio italiano. A dirlo, per l'appunto, è la Corte costituzionale attraverso la sentenza numero 81. Ecco allora che viene dichiarata non fondata la questione sollevata dal Tribunale di Firenze, in riferimento all’articolo 76 della Costituzione, dell’articolo 3 del decreto legislativo numero 8 del 2016. In particolare nella parte in cui non prevede la depenalizzazione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato.
La sentenza ha precisato che l’omessa depenalizzazione non determina nemmeno lo stravolgimento della legge di delegazione invece evocato dal rimettente. "L’omessa attuazione attiene, infatti, a una singola fattispecie di reato, sicché non è idonea a minare il complessivo disegno del legislatore delegante, che ha previsto un’azione di depenalizzazione, 'cieca' e nominativa, ad ampio spettro, concernente una vasta platea di reati", è quanto si legge.
Open Arms, "la responsabilità non era dell'Italia": i giudici inchiodano la Spagna
"La Spagna, e non l'Italia, era tenuta a tutelare i diritti delle persone a bordo e, dunque, in linea di princi...Tradotto: la mancata depenalizzazione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato non è, quindi, suscettibile di pregiudicare in radice il progetto del legislatore delegante. La sentenza ha considerato che anche la Commissione giustizia della Camera dei deputati si era, del resto, a suo tempo espressa in tali termini, precisando che la scelta del governo si risolveva in "un mancato esercizio della delega su un particolare punto, che comunque è del tutto autonomo rispetto alle altre ipotesi di depenalizzazione".