L'Economist promuove il modello Albania e di conseguenza la linea del governo Meloni sull'immigrazione. Il settimanale, in particolare, cita il protocollo firmato da Meloni ed Edi Rama, molto criticato in Italia soprattutto dalla sinistra e dai giudici, soffermandosi su ciò che rappresenta, cioè un insieme di centri volti ad ospitare i migranti provenienti da paesi cosiddetti sicuri che dovrebbero essere rimpatriati. Il modello, piaccia o no, si trova anche all’interno del nuovo Patto europeo su asilo e migrazione, come ricorda il Foglio. Patto che a partire dalla metà del 2026 disciplinerà, tra le altre cose, la cooperazione con paesi terzi ritenuti sicuri, così da rendere più efficace e coordinata la gestione esterna dei flussi migratori.
Gestione dei confini, flussi legali, paesi terzi per disincentivare gli arrivi irregolari: queste le caratteristiche del modello Albania approvato dall'Economist, a dispetto delle critiche delle opposizioni. A convincere è il fatto che questa linea si propone di offrire soluzioni e non pretesti per mandare via i migranti, provando a fronteggiare un fenomeno ampio non con la forza, per esempio la chiusura dei porti, ma con il sostegno dell’Europa. Inoltre, questo modello, a detta del settimanale, tenta di offrire risposte agli elettori nella battaglia contro l’immigrazione illegale senza però demonizzare nessuno. Pur non essendo un modello perfetto, rappresenta comunque qualcosa da coltivare e non da distruggere.
"Il diritto d’asilo non funziona più - ha commentato Claudio Cerasa sul Foglio -. Trovare soluzioni per governare un fenomeno epocale è un dovere. Puntare sui capri espiatori è populismo. Cercare soluzioni alternative non lo è. Il tema non è il costo: è la direzione. La questione non è il risultato ottenuto: è l’approccio mostrato. Pensarci, prima della prossima invettiva".