La denuncia arriva dagli account social della Lega. Nel post si vede un immigrato - una «risorsa» - ballare e cantare una canzone di scherno dedicata al vicesegretario - ed europarlamentare - del Carroccio, Silvia Sardone. Base rap, in un italiano approssimativo, si vede un giovane invitare gli italiani all’ascolto con queste parole: «Let’s go! Silvia Sardone è incinta con mio figlio/nostro figlio si chiamerà Mohamed/siete invitati nel nostro matrimonio/adesso tutta Italia canterà “ah ah”». Nella prosecuzione del filmato, il giovane ammicca davanti alla telecamera mostrando il dito con l’anello, simbolo del suo “matrimonio” con l’esponente del Carroccio. «Cosa sarebbe successo se fosse stata dedicata a una donna di sinistra?», si chiede polemicamente il partito di Salvini. Non è la prima volta che un immigrato sfrutta l’“arte canora”, si fa per dire, per fare propaganda a suon di sberleffi. Basta ricordare, ad esempio, il caso di un altro rapper, “Bello Figo”, che visse un momento di celebrità con «Non pago affitto», una rivendicazione della propria diversità: «Dai cazzo, siamo negri noi/Io non faccio opraio/Non mi sporco le mani perché sono già nero/È stato Mattarella a dirci che noi possiamo venire in Italia/Quindi io ho portato tutti i miei, i miei amici con la barcao».
Ieri la stessa Sardone è intervenuta a un convegno a Roma dedicato proprio ai rischi derivanti da questa immigrazione incontrollata. Titolo dell’evento: «Europa: le nostre radici. La nostra civiltà. Come difenderci dal radicalismo islamico». Ad organizzarlo, il gruppo “Patrioti per l’Europa”. «La battaglia contro l’islamizzazione è e sarà la sfida dei prossimi decenni, e solo noi della Lega la affrontiamo con coraggio, senza arretrare sui nostri valori», ha affermato Sardone. Ai lavori sono intervenuti il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, e le parlamentari europee leghista Susanna Ceccardi ed Anna Maria Cisint. Ceccardi ha invitato il centrodestra a serrare i ranghi sull’emergenza immigrazione: dobbiamo «organizzarci e unire le forze per contrastare concretamente l’islamizzazione, perché se non ci svegliamo subito, se non mettiamo un freno immediato a questa avanzata, la profezia letteraria di Michel Houellebecq diventerà presto la nostra amara realtà».
Al convegno hanno partecipato oltre 200 persone. «Riteniamo essenziale diffondere messaggi di libertà e orgoglio per la nostra identità, nonostante le minacce, anche di morte, che riceviamo quasi quotidianamente. E con l’Osservatorio sull’islamizzazione, diamo seguito alle nostre denunce e segnalazioni, con l’obiettivo di offrire al governo strumenti utili per contrastare un fenomeno sempre più preoccupante».