Ankara, (askanews) - L'escalation di violenze a Gaza continua anche a suon di mosse diplomatiche. La Turchia dopo aver richiamato il suo ambasciatore a Tel Aviv, ha invitato anche il console generale israeliano a Istanbul a lasciare temporaneamente il Paese. E Israele a sua volta ha ordinato al console turco a Gerusalemme di partire per un periodo di tempo non specificato. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo gli ultimi scontri nella Striscia, ha condannato duramente Israele accusandolo di "terrorismo di stato" e ha rivolto parole durissime contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, durante l'incontro con la premier britannica Theresa May a Londra, dicendogli di avere "il sangue palestinese sulle mani", dopo la morte di oltre 60 persone a Gaza. May, dal canto suo ha lanciato un appello alla moderazione a "tutte le parti", ma la situazione è delicatissima. Netanyahu ha reagito alle critiche di Erdogan e ha affermato che non ci sono "lezioni di etica" che il presidente turco possa impartirgli, accusandolo di essere "tra i grandi sostenitori di Hamas e di intendersi perfettamente di terrorismo e di massacri". Questa escalation di tensione rischia di affossare la fragile normalizzazione che i due Paesi avevano avviato nel 2016. Su appello di varie organizzazioni, centinaia di manifestanti hanno protestato all'esterno del consolato israeliano di Istanbul. E manifestazioni ci sono state in vari paesi, dall'Argentina, al Sudafrica, a Londra e Parigi.
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