Gaza, 1 ago. (askanews) - Il lancio di aiuti dal cielo nella Striscia di Gaza sta diventando una operazione internazionale articolata, che coinvolge un numero di Paesi sempre maggiore; in prima fila i paesi arabi come Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti, ma anche Germania, Francia, Spagna e Regno Unito a cui si è accodata anche l'Italia, con un investimento in 5 milioni di euro in aiuti che verranno consegnati con un aereo dell'aeronautica militare.
Le operazioni sono iniziate dopo il fallimento della distribuzione di aiuti via terra col nuovo sistema ideato da Israele e Usa e affidato a privati - gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation - costato la vita a migliaia di persone: secondo l'ufficio Onu palestinese almeno 1.373 persone sono state uccise mentre cercavano di ricevere il cibo dal 27 maggio. "La maggior parte di queste uccisioni sono state commesse dall'esercito israeliano", aggiungono.
Anche i lanci non sono una soluzione efficace per la carestia che sta affliggendo la Striscia e fa morire di fame i civili, adulti e bambini: secondo l'Unrwa oltre a costare 100 volte di più degli aiuti via terra, i lanci sono pericolosi per la popolazione, costretta a rincorrere i pacchi caduti, nel caos, e raccogliendo spesso cibo distrutto.
"È questo l'aiuto che ci viene fornito? Si schianta tutto al suolo e viene danneggiato mentre cade dall'alto. Cosa ci viene dato? Sabbia? È una vera umiliazione".
Una situazione per cui gli Usa hanno deciso di mandare sul campo a Gaza l'inviato speciale in Medio Oriente, Steve Witkoff per rendersi conto di persona e riferirlo a Trump.
Tutto questo mentre non si fermano i bombardamenti: queste immagini arrivano da al Mawasi, vicino a Khan Younis dove i familiari piangono i loro parenti uccisi da un raid israeliano sulle tende del campo profughi in cui vivono.