I dati dell'Istat

Crisi, aumentano le famiglie costrette a vivere con 1.500 euro al mese

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Nicoletta Orlandi Posti

Le famiglie sembrano aver colto in pieno il proverbio "fare di necessità virtù". Aumentano, infatti, quelle che si dicono capaci di arrivare a fine mese anche con soli 1.500 euro. Dati dell'Istat alla mano, nel 2013 sono il 50% spaccato, una su due, in termini assoluti circa 12,5 milioni di nuclei. Prima della crisi, nel 2008, la percentuale si fermava invece al 46,6%. Oltre un quarto dei redditi degli italiani è inferiore a 10 mila euro. Lo rileva l’Istat, su dati del 2012. Oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%) si colloca tra 10.001 e 30.000 euro annui, sottolinea l’istituto statistico, ma il 25,8% è al di sotto dei 10.001 euro e il 17,6% risulta tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro.L’incidenza delle imposte dirette sul totale dei redditi individuali lordi (al netto dei contributi sociali) è pari al 19,4%, si attesta al 21,3% per il reddito da lavoro dipendente, al 17,5% per le pensioni e al 17,1% (Irap inclusa) per il reddito da lavoro autonomo. Nel 2012 l’aliquota media del prelievo fiscale a livello familiare è pari al 19,4%. L’Istat evidenzia che "grazie alle detrazioni per familiari a carico, a parità di reddito le famiglie con minori usufruiscono di un più favorevole trattamento fiscale, anche al crescere del numero di percettori". Le persone sole di età inferiore a 64 anni sono la tipologia familiare su cui grava il maggiore peso fiscale, con un’aliquota media del 21,6%. Il carico fiscale è inferiore tra le famiglie del Mezzogiorno (16,3%) - essendo il reddito mediamente più basso e il numero di familiari a carico più elevato - rispetto a quelle del Nord-est (19,9%) del Centro (20,1%) e del Nord-ovest (21%). Per le famiglie con un solo percettore, il più basso livello di reddito determina un’aliquota media fiscale inferiore di oltre mezzo punto percentuale (18,9%) a quella delle famiglie con due o più percettori (19,6%). Fra il 2011 e il 2012, l’aliquota media fiscale passa dal 17,9% al 18,3% per le famiglie con unico percettore di reddito se si tratta di un reddito (prevalente) da lavoro autonomo, con una crescita inferiore rispetto a quanto registrato per le restanti due tipologie di famiglie monopercettore (lavoro dipendente dal 19,5% al 20,5% e redditi non da lavoro dal 16,8% al 17,4%). Il minor carico fiscale delle famiglie con reddito da lavoro autonomo, particolarmente visibile nella prima classe di reddito (0-15.000 euro), è da attribuire agli effetti di alcuni provvedimenti in materia di tassazione dei redditi degli autonomi e alla revisione al ribasso dei parametri degli studi di settore, adottati a partire dal 2011 ed estesi al 2012.