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A Capri l'ambulanza usata come taxi: il video fa scoppiare lo scandalo

Forse la notizia vera è che certe cose ancora facciano notizia in una certa maniera. Prendiamo Capri, l'isola più amata dall'aristocrazia dell'antica Roma e ancora oggi, a suo modo, glamour quanto basta: sei medici del 118 sono stati «sgamati» mentre entravano in un'ambulanza vestiti in borghese come normalissimi turisti, con relativo corredo di valigie e borsa da viaggio. Erano quelli che avevano appena smontato dal servizio sull'isola e che, per guadagnar tempo, hanno approfittato della disponibilità degli autisti del 118 per farsi accompagnare alla stazione marittima. Comprensibile, del resto, tenuto conto dei tempi di attesa dei mezzi del trasporto pubblico isolano di questi tempi: molto meno giustificabile, però, se si considera che un'ambulanza dovrebbe essere un luogo assolutamente sterile. Dovrebbe, appunto: ed è qui che sta il problema vero di una vicenda che ieri ha messo in subbuglio un pezzo del web a causa del video girato «a tradimento» da qualcuno posizionato in alto di fronte all'area di sosta del mezzo di soccorso. Tutto è nato, in sintesi, da quelle immagini postate su Facebook nella pagina «Isola denuncia», creata da un gruppo di «amici» del social network all'indomani della nascita del movimento di protesta contro l'aumento selvaggio delle tariffe degli aliscafi e dei traghetti da e per l'isola. Inutile dire del «dibattito» scatenatosi subito dopo: il classico sfogatoio in cui ognuno ha la ricetta giusta per far funzionare le cose. A volte giusta, a volte meno. Il giallo vero però nasce dopo qualche ora, nel senso che il video ad un tratto viene rimosso inspiegabilmente dall'administrator della pagina, rendendo meno comprensibile nel dettaglio ciò che è avvenuto: aspetti, per la verità, non eccessivamente importanti visto che le immagini hanno parlato chiaro. Gli individui sono stati caricati a bordo da un paio di solerti autisti del 118, uno dei quali in perfetto dialetto napoletano diceva all'altro: «Uè, rincoglionito, ci vogliamo sbrigare o no?». Ad uno ad uno il personale medico salta su, si aspetta qualche secondo il solito ritardatario e poi si parte. Ora, lo scandalo non è tanto nell'uso improprio di un'autoambulanza visto che di precedenti più o meno analoghi in Campania se ne contano una quantità discreta. C'era chi lasciava l'automezzo sotto casa per recarsi a pranzo, fare una pennichella, prendere il caffè al circolo sotto casa e poi -ma solo poi- recarsi sul posto di lavoro (provincia di Salerno, aprile 2009); chi invece la utilizzava appena poteva come alcova per incontrare occasionali amanti (Caserta, novembre 2010); e chi addirittura per traslocare la cameretta del figlio (provincia di Napoli, febbraio 2011). Ambienti sterili di che allora? Se si verificano fatti del genere, per giunta in un posto “in” come Capri, potrebbe esserci soltanto una spiegazione: che non accade un bel niente, nessuno ne risponde, sia che la cosa si venga a sapere sia che resti circoscritta nell'ambiente di lavoro. In fondo quei medici non hanno violato nessun articolo del codice penale: semmai il problema ce l'avranno gli operatori del 118, sempre che non spunti fuori qualche dirigente che abbia «comandato» loro la cosa. Il che, questa sì, sarebbe la vera notizia dal momento che quella dovrebbe essere l'unica ambulanza in servizio emergenza in tutta l'isola nel periodo di massimo popolamento. Il sindaco di Capri, Ciro Lembo, interpellato sull'accaduto, ha detto di essere «sconcertato, dovesse essere confermata la veridicità del fatto sarebbe di una gravità inaudita». Il primo cittadino ha spiegato, ieri in prima serata, di non aver ancora visto il video perché occupato in una riunione di giunta. Ciononostante ha aggiunto che «nel caso fosse vero mi aspetto un intervento del commissario della Asl Scoppa». di Peppe Rinaldi

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