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Navalny, "offro 20mila euro": l'uomo che sfregia Putin

Ivan Zhdanov, capo della Fondazione Anti-corruzione russa e stretto collaboratore di Alexei Navalny, ha offerto 20.000 euro per "informazioni esaustive" sulla morte del leader dell'opposizione russo. "Qualsiasi informazione che sia in qualche modo collegata a tutta questa storia, qualsiasi informazione che possa darci almeno qualche pista in modo da poter identificare tutti gli autori dei crimini di Putin e separare questi degenerati dai normali ufficiali che non commettono alcun crimine", ha detto Zhdanov in un video discorso diretto agli ufficiali russi e programmato per la festa dei Difensori della Patria in Russia.

Navalny, strenuo oppositore di Putin, è morto venerdì 16 febbraio nella colonia penale russa IK-3, vicino al villaggio di Charp, dove stava scontando una pena di 19 anni, spingendo centinaia di russi in tutto il Paese ad accorrere ai memoriali improvvisati con fiori e candele. 

Nel frattempo, da Kiev, il G7 riunitosi in Ucraina chiede ufficialmente a Mosca di "chiarire le circostanze" della morte dell'attivista. La salma di Navalny è stata restituita solo oggi alla madre, come annunciato da Kyra Yarmish che per anni è stata la portavoce dell'oppositore. "Chiediamo allo stesso modo al governo russo di liberare tutti i prigionieri ingiustamente detenuti e di fermare le persecuzioni dell'opposizione politica e la repressione sistematica dei diritti e delle libertà dei russi", si legge nella dichiarazione finale che rende omaggio "al coraggio straordinario di Alexei Navalny" e assicura vicinanza alla "moglie, ai suoi figli e ai suoi cari". "Ha sacrificato la sua vita combattendo contro la corruzione del Cremlino e per elezioni libere e giuste in Russia - affermano - Chiameremo a rispondere i responsabili della morte di Navalny, anche continuando a imporre misure restrittive in risposta alle violazioni dei diritti umani e degli abusi in Russia e con altre azioni". 

 

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