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Torino, il consigliere Viale in aula contro le colleghe: "Tornate a fare le casalinghe"

martedì 14 gennaio 2025
1' di lettura

"Se l’aspetto personale supera la questione politica, avete sbagliato lavoro. Tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe", lo ha detto Silvio Viale, capogruppo di +Europa e Radicali, durante la seduta del consiglio comunale di Torino sulla delibera a sostegno delle donne migranti. Il politico ha prima accusato una collega di aver preso spunto da un documento da lui firmato nei mesi scorsi e poi, in risposta alle critiche di una parte dell’aula, ha invitato le colleghe a tornare a dedicarsi alla cura della casa. Il politico e ginecologo è già al centro delle polemiche per accuse di molestie sessuali mosse nei suoi confronti da alcune pazienti. Non è bastata poi la sua ammissione: "Mia moglie è orgogliosamente casalinga e, per me, farlo non è un titolo di demerito. Non è un’offesa", si è giustificato Viale mentre alcuni gruppi abbandonavano l'aula. Il consiglio comunale è stato sospeso e, poco dopo, chiuso tra le polemiche.

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Lo stesso sedicente medico infatti millantava di essere stato il costante riferimento sanitario di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, nonché quello di 54 Cardinali in carica, circostanze poi smentite in sede di accurati accertamenti investigativi. Il sedicente medico prescriveva dunque al bambino un percorso di terapia descritto come innovativo e sperimentale, attraverso l’utilizzo del “trapianto di cellule staminali” che, nel tempo, unitamente a una riduzione dei costi delle cure, avrebbe comportato, un notevole miglioramento sotto diversi aspetti: da quello comportamentale a quello del linguaggio.

Il percorso terapeutico, durato 2 anni, per il quale sono stati versati dalla famiglia circa 30 mila euro in contanti, conseguiti dal sedicente medico con “abilità collaudata e glaciale scaltrezza”, ha comportato continue somministrazioni di sostanze vietate (prodotti olezzanti, con data di scadenza superata e certamente guasti). Durante le indagini la Polizia Postale ha eseguito un’accurata perquisizione presso l’abitazione del sedicente professionista, ove venivano rinvenute circa 400 schede personali di pazienti nonché numerose provette di laboratorio contenenti esami di urina, sangue e numerose confezioni sigillate di medicinali scaduti da anni.

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