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Emilio Tadini, il metafisico viaggio in Italia tra personaggi senza volto, oggetti comuni e sedute psicanalitiche

A vent’anni dalla scomparsa di Emilio Tadini, Gió Marconi Milano ospita Viaggio in Italia, una mostra con opere dell’omonima serie dei primi anni Settanta dell’artista milanese, esposte per la prima volta nel 1971 dallo Studio Marconi. Nicoletta Orlandi Posti l’ha visitata per questa nuova puntata di ART’è. L’intera opera di Emilio Tadini, apparentemente semplice e immediata, offre molteplici livelli di lettura: le immagini emergono in un procedimento freudiano di relazioni e associazioni tra elementi onirici, oggetti quotidiani, personaggi anonimi e spesso senza volto. Considerato una delle figure più originali del dibattito culturale del secondo dopoguerra italiano, Tadini ha adottato aspetti del linguaggio Pop quando il movimento era già in declino, ma il suo interesse per l’inconscio e l’irrazionale lo ha indotto a rappresentare scene di frammentazione e alienazione che ricordano il Surrealismo, con riferimenti tanto alla Metafisica di de Chirico quanto alla psicanalisi di Lacan e Freud. Si può visitare gratuitamente fino al 5 marzo.

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