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Pietro Senaldi: "Di Pietro, Colombo e Davigo? Che brutta fine che ha fatto il trio di Mani Pulite"

Anniversario di Mani Pulite: Pietro Senaldi, condirettore di Libero, lo ricorda parlando nel suo video editoriale della fine che hanno fatto i tre eroi di allora. "Gherardo Colombo", inzia Senaldi, "il migliore di tutti gira da 15 anni in Italia dicendo che le carceri vanno abolite e che Mani Pulite non avrebbero mai dovuto risolversi in un processo perché era un'impresa titanica e si sapeva da subito che non si sarebbe andati da nessuna parte. Secondo lui dovevano semplicemente fare una sorta di amnistia che allontanasse chi aveva preso soldi dalla politica per qualche anno, salvo poi ritornare. Quindi", puntualizza il direttore, "da pm a testimonial dell'inutilità delle carceri". Senaldi prosegue con Antonio Di Pietro: "Sappiamo tutti che ha lasciato la toga in circostanze misteriose dopo che lo hanno accusato di tutto; ha fondato un partito che, non per colpa sua, m di fatto, si è dimostrato un comitato d'affari e quindi si è sciolto come neve al sole". "Ricordiamo nel partito", insiste il direttore, "oltre lui solo Razzi e Scilipoti. Di altri nessuno si ricorda. Partito tra l'altro coinvolto anche da uno scandalo immobiliare Adesso Di Pietro è sul suo trattore, fa l'avvocato di ignoti clienti". Senaldi racconta poi di Piercamillo Davigo. "È quello che ha fatto più carriera di tutti: è stato membro del Csm e adesso è indagato. È accusato", spiega il direttore, "dalla maggioranza dei suoi ex colleghi. Quando era magistrato ha subìto 36 contestazioni e le ha vinte tutte. Da non magistrato è diventato un imputato al quale non facciamo i migliori auguri". Conclude Senaldi: "Questo dice tutto di cosa è stata Mani Pulite".

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