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Ucraina, Mario Draghi ha un grosso problema a Palazzo Chigi: "l'arma letale" sui cui il governo rischia

Il premier Mario Draghi parlerà domani in Parlamento sulla guerra in Ucraina, ma la sua linea è chiara: aiuteremo il presidente Zelensky, aiuteremo il popolo ucraino, l’invasione da parte della Russia è inaccettabile e da condannare. Oltre le parole, i fatti: per la prima volta nella storia l’Europa spedirà armi a Kiev e l’Italia che fa parte dell’Ue "offre il pieno e convinto appoggio" alla mossa di Bruxelles. Su questa direttrice, dunque, si muove Palazzo Chigi anche se la maggioranza non è così compatta. Se Forza Italia è ampiamente d’accordo con Draghi, lo stesso non si può dire della Lega sebbene il suo sì al decreto non sembri in discussione. Il Pd ci sta, Leu, il partito della sinistra, insiste su “aiuti concreti, ma niente escalation della violenza”. Molte tensioni, invece, nel Movimento Cinquestelle: dopo i distinguo di alcuni grillini che non vogliono che l’Italia mandi armi, è arrivata una nota ufficiale del Movimento: “siamo per la legittima difesa dell’Ucraina, ma meglio le vie diplomatiche di quelle militari”. Cosa vuol dire? Che Draghi forse ha un problema. 

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