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Continua polemica Stato-Regioni sulla Fase 2, Zaia a gamba tesa

Milano, 2 mag. (askanews) - Continua il dibattito stato-regioni sulla gestione della Fase 2 innescato dalla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, con l'ordinanza sull'apertura dei bar nella sua area di competenza, e uno scontro diretto con l'esecutivo con la diffida per l'ordinanza. Dalla Calabria si chiede di evitare prove di forza, ma ormai la polemica riguarda l'intera penisola.

A gamba tesa dal Veneto entra Luca Zaia:

"Nel momento in cui c è un emergenza di carattere nazionale, lo Stato federale, cioè lo Stato centrale governa il processo. È previsto. Ci sono dei momenti nei quali bisogna fare squadra perché è vero che il virus non si ferma ai confini della mia regione e interessa anche agli altri. E quindi è giusto che ci sia una regia nazionale. Ma da qui a dire che non serve più la sanità nelle regioni, ne passa molto. Qualcuno ha i dubbi che noi non siamo stati in grado di comprarci i dispositivi o quant altro. No. Andavamo e alla fine portavamo a casa qualcosa. In piena emergenza siamo andati a comprarci una macchina per far tamponi americana che abbiamo intercettato in Olanda. Più autonomia di questa".

Intanto in un messaggio su Facebook Giovanni Toti rincara la dose, raccontando di aver fatto tardi ieri sera al telefono con i governatori delle altre regioni sulla Fase 2, "di cui speriamo che prima o poi si occupi anche il governo, prendendosi il coraggio delle sue scelte".

Nell'agone politico non demorde neppure il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Alla vigilia del primo maggio aveva minacciato di uscire dalla maggioranza se la Fase 2 non vedesse partenza. Ora parla di scuse del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Per i ritardi sulla liquidità e sugli aiuti economici: non cercavamo polemiche noi, dunque, ma sottolineavamo un problema vero. Bene le scuse del Premier, avanti", dice.

Intanto però in un lungo post su Facebook l'ex deputato Alessandro Di Battista attacca il leader di Italia viva: "Soffre la popolarità del presidente del Consiglio", dice e invita il capo dell'esecutivo a disinnescarlo.

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