Regeni, Conte: ho chiesto all'Egitto progressi rapidi e concreti
Roma, 19 giu. (askanews) - Sono passate da poco le 22 quando il presidente del Consiglio interviene a San Macuto davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Regeni, che - dice Giuseppe Conte - è sempre stato in cima alla sua agenda nei colloqui con il generale Al Sisi.
"Le autorità politiche, chi vi parla in particolare, ma anche le altre, le attività diplomatiche italiane, e nessuno deve dubitarne, non hanno mai smesso di sollecitare con forza alle controparti egiziane, ai vari livelli progressi tangibili e significativi nell'identificazione dei responsabili di questo efferato delitto. Il governo da me presieduto non ha di certo lesinato sforzi e impegno in tal senso".
I rapporti tra Italia ed Egitto non saranno più gli stessi se prima non verrà fatta luce sul "barbaro omicidio di Giulio".
"Non sarà mai possibile una visita di Stato, con tutti gli onori che vorranno riservare al premier italiano in Egitto, fino a quando non riusciremo a compiere significativi passi avanti in questi direzione"
Dell'ultimo colloquio avuto con il presidente egiziano, Conte ha riferito:
"Mi riferisco alla telefonata di domenica 7 giugno, esprimendo ancora una volta, in modo inequivoco, fin dalle prime battute, la forte aspettativa mia e dell'intero paese per progressi rapidi e concreti nelle indagini", ha sottolineato.
Poi, per circa 40 minuti, si è passati in "modalità riservata", come richiesto dal premier, per riferire le dichiarazioni del presidente egiziano Al Sisi nei recenti colloqui telefonici.
"Per quanto mi riguarda, ho un solo obiettivo, l'accertamento della verità. Poi discorsi, coloriture politiche, posizioni varie...io - ha concluso il premier - fino a quando ci sarò chiederò sempre e comunque l'accertamento della verità".