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Mafia e intercettazioni, Meloni spiega la norma che "evita incertezze"

Roma, 9 ago. (askanews) - "La sentenza della Corte di Cassazione restringe il margine in cui si possono utilizzare questi strumenti più ampi per accertare reati di mafia e c'è il rischio che intercettazioni che provano che tizio ha commesso un omicidio aggravato dalla finalità mafiosa, non possano più essere utilizzate nel caso in cui al tizio di cui sopra non sia anche contestato il reato di associazione mafiosa": lo ha spiegato la premier Giorgia Meloni durante la diretta social "Gli appunti di Giorgia" riguardo alla norma approvata nell'ultimo Cdm.

"Ora voi capite che per tutti i processi che sono in corso il fatto che vengano cambiati gli strumenti con i quali si può fare l'attività di indagine, mette a rischio il risultato dei processi, perché le intercettazioni effettuate rischiano di non essere più utilizzabili nei processi", ha aggiunto.

"Noi non vogliamo consentire che questo accada e (in Cdm) abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei

processi e che consente di impedire che processi aperti per reati che sono legati alla mafia finiscano nel nulla".

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