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Pansa, la lettera straziante per il figlio Alessandro morto d'infarto: "Come in guerra, te ne sei andato e io..."

Giulio Bucchi
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Una lettera d'addio al figlio morto, commovente e a tratti straziante. Giampaolo Pansa ha voluto ricordare così il figlio Alessandro Pansa, vicepresidente della Feltrinelli e ex ad di Finmeccanica scomparso lo scorso 11 novembre dopo un infarto improvviso. Il peggior lutto possibile per un genitore, anche se Pansa non nasconde la distanza con il figlio professionista affermato e, per certi versi, sconosciuto.  "Caro Alessandro, la tua scomparsa improvvisa mi ha costretto a prendere atto di alcune verità. La prima è che nella vita di tutti giorni accade ciò che di solito avviene quando c'è una guerra", spiega Pansa su La Verità, a proposito del rovesciamento dello stato naturale delle cose: "Te ne sei andato a 55 anni. Mentre io sono ancora vivo quando ne ho 82. Ti confesso che in questi giorni più di una volta mi sono domandato: perché il Padreterno non ha preso me, invece di te, anche se avrebbe arrecato un grande dolore alla persona che amo di più al mondo, la mia cara Adele?". "Mi sono reso conto con gioia che avevi una vita intensa di affetti e di amicizie forti. Non la conoscevo anche se eri il mio unico figlio", prosegue Pansa affrontando il lato più pubblico del figlio, quello del dirigente, scontratosi anche con la politica, le lottizzazioni, le teste saltate (tra cui la sua, ai tempi del governo Renzi, nonostante 12 anni di carriera in Finmeccanica) a causa del "mattatoio di bande che si azzannano".  "Come avrei potuto proteggerti, figlio?", è il rammarico del Pansa padre, senza risposta. Un rapporto, quello con il figlio, che sembra fermatosi ai 16 anni. "Da una settimana cerco di non pensare che tu, caro Alessandro, te ne sei andato chissà dove. E ti confesso che ho il terrore di sognarti. Però, mio bel fieu, mio bel ragazzo, ti accoglierò sempre a braccia aperte. O con un cazzotto sulla spalla. Come facevo quando venivi a trovarci. Mi piacerà ascoltare di nuovo la tua voce che mi dice: Fai bene a scrivere contro questi nuovi politici che stanno portando il nostro Paese al disastro. Ritroveremo così quell'intesa che a volte ci è mancata. Ti voglio bene. Giampaolo, il tuo papà".

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