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Lazio Capitale degli sprechi: tutte le spese degli accattoni della politica

Nicoletta Orlandi Posti
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Riunione straordinaria del Consiglio regionale per discutere dello scandalo dei fondi Pdl per il quale è indagato per peculato l'ex capogruppo Franco Fiorito. La presidente Renata Polverini è pronta a dimettersi se l'Aula non procederà a "cancellare le norme e gli atti amministrativi che hanno reso possibile che i gruppi potessero ricevere questi soldi senza dovere dare giustificazioni ad alcuno".  I settanta consiglieri della Regione Lazio, infatti, ottengono rimborsi quattro volte superiori a quelli della Camera con una voce nel bilancio che nel 2011, alla faccia dell'austerity, è aumentata di 6 milioni di euro rispetto l'anno precedente: 103.529.311 euro. Soldi con i quali i 17 gruppi consiliari (dei quali 8 sono composti da una sola persona che comunque ha minimo sette collaboratori pagati dalla Regione) fanno quel che vogliono senza dover rendere conto a nessuno.  Qualche settimana fa Sergio Rizzo, prima che scoppiasse il bubbone Pdl, aveva trovato su internet il bilancio del gruppo dei Radicali alla Pisana: nel 2011 la Regione Lazio ha versato al gruppo radicale, composto da due persone, 422.128 euro. Dividendo a metà questa somma si può dedurre che ogni singolo consigliere abbia avuto lo scorso anno a disposizione 211.064 euro. Oltre, naturalmente, a stipendio (18 mila euro al mese), diaria, annessi e connessi. Facendo il confronto con i gruppi parlamentari a Montecitorio viene fuori che nel 2011 sono stati pari a 36 milioni 250 mila euro, cifra che divisa per i 630 onorevoli dà 57.539 euro.  Più o meno quattro volte di meno dei consiglieri regionali. A tutto questo si aggiunge la cosidetta "manovra d'aula", che non è nientr'altro che una serie di delibere che l'ufficio di presidenza del consiglio regionale approva, senza passare per l'approvazione dell'assemblea, in momenti particolari, tipo per tenersi buoni eventuali "contestatori": questa legislatura durante l'approvazione di un contestatissimo Biliancio ne è stata fatta una da oltre due milioni e mezzo che è stata giustificata con l'esigenza di pagare altri collaboratori dei gruppi consiliari.  Non solo. Nessuno sa dire con esattezza quanta gente gira intorno al consiglio regionale. Lo scorso anno i dipendenti ufficialmente presenti in quella struttura erano 786. I collaboratori dei gruppi, 180. Le persone addette alle segreterie dell'ufficio di presidenza, 87. Quelle delle segreterie delle commissioni, 71. Ma è niente in confronto alle poltrone che danno diritto a chi le occupa di incassare un'indennità aggiuntiva rispetto a una retribuzione base minima di 7.211 euro netti al mese. Sono un'ottantina, decisamente più numerose dei 70 consiglieri. Ci sono 17 gruppi consiliari, otto dei quali composti da una sola persona. Fra commissioni e giunte se ne contano 21. Le sole commissioni permanenti sono sedici: due più della Camera, che ha però 630 deputati. Ma non è solo il Pdl a sperperare. L'Espresso on line ieri ha inoltre pubblicato le spese del gruppo del Pd alla Pisana dove tra l'altro si riportano dettagliatamente fatture di diverse migliaia di euro per cene e convegni: un seminario sul Federalismo Fiscale in un hotel extralusso costato 2.800 euro, regali di Natale pagati 4.500 euro, una pioggia di euro per interviste e servizi sulle tv locali (41.000 solo ad un'emittente). Non è escluso che anche la Corte dei Conti possa essere interessata a vederci chiaro sui conti dei gruppi politici al consiglio regionale del Lazio. Da parte sua Fiorito, che è accusato di aver effettuati movimenti poco chiari (mancherebbero 2 milioni di euro transitati sui suoi conti), ha tirato in mezzo altri consiglieri pubblicando fatture e rimborsi 'allegri' del nuovo capogruppo Francesco Battistoni. Che a sua volta li ritiene in gran parte contraffatti. Una guerra della quale Polverini è disgustata e stanca: oggi mostrerà, più o meno simbolicamente, la propria lettera di dimissioni chiedendo l'eliminazione degli emolumenti per i presidenti e i vicepresidenti delle Commissioni, via almeno 3.000 euro dagli stipendi dei consiglieri, il dimezzamento delle commissioni ma soprattutto basta con i fondi nella disponibilità dei gruppi senza controllo. E se non si otterrà tutto ciò in tempi davvero stretti, forse già entro settembre, la legislatura è finita.   

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