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Agenzia delle Entrate, bonus agli ispettori: più contestano, più guadagnano. Cantone e Visco: "Aggressione fiscale"

Giulio Bucchi
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Poco più di una contestazione su due con l'Agenzia delle Entrate si conclude con la vittoria del contribuente. Nei primi 3 mesi del 2014 è di 3,6 miliardi il valore dei contenziosi finiti favorevolmente per chi era stato accusato (lievemente superiore al caso contrario) e nel 2013 sono stati 250mila i ricorsi presentati contro il Fisco per accuse di evasione. Il calvario, si sa, è lungo: mesi di controlli (anche nelle aziende), incontri, convocazioni, documenti da presentare (perché l'onere della prova è a carico di chi si difende) e anche quando va bene, dopo migliaia di spese legali sostenute, per la restituzione del maltolto passano anni.  "Una aggressione fiscale" - La solerzia degli esattori nelle contestazioni suscita un legittimo sospetto: non sarà in qualche modo legata al fatto che in base alle somme riscosse gli agenti del Fisco guadagnano un bonus extra? Malizie? Forse, ma considerando che molti contribuenti, pur di non impegolarsi in contenziosi sfiancanti preferiscono patteggiare e pagare, soprattutto quando la "multa" è limitata, il dubbio viene. Un dubbio sollevato anche da autorità in materia come Raffaele Cantone e Vincenzo Visco, i cui pareri sono stati riportati da Repubblica. I funzionari dell'Agenzia, spiega il presidente dell'Autorità Anti-corruzione e commissario Expo, "non dovrebbero avere incentivi per fare quello che è il loro dovere e per cui sono pagati comunque". L'ex ministro delle Finanze Visco si rivolge invece a Rossella Orlandi, neodirettore dell'Agenzia delle Entrate che oggi, martedì 29 luglio, debutterà in audizione parlamentare: "Spero che cambi linea rispetto al passato: pagare gli ispettori in base ai risultati più portare ad atteggiamenti molto aggressivi. Si costringono sotto ricatto gli imprenditori a fare adesioni (patteggiamenti sulle multe, ndr) in base a violazioni che in parte non c'erano o non c'erano per niente". Più contesti, più guadagni - In effetti, se nel 2004 gli incassi da attività di controllo sono stati 2,1 miliardi e nel 2013 addirittura 13,1 miliardi, al netto di un incremento alla lotta all'evasione, parlare di aggressione fiscale non è fuori luogo. Di dati recenti sui bonus agli ispettori del Fisco non ce ne sono, l'Agenzia tace. Ma nel 2011, ultimo anno certo, la spesa nella parte fissa di retribuzione per i dirigenti di seconda fascia era di 30 milioni di euro a fronte di 25 milioni di premi variabili. Come dire: gli "straordinari" pagano bene.

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