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Governo, Matteo Renzi: "Farò quello che chiede Draghi"

Ignazio Stagno
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"Affondo anch'io". Matteo Renzi dopo i dati impietosi sulla recessione ha perso quella spavalderia che mostrava davanti alle telecamere per convincere gli italiani. Adesso i dato lo inchiodano e ospite a In Onda cerca con affanno di difendere il suo governo. La prima risposta la dà a Drgahi che ha chiesto una cessione della sovranità da parte dell'Italia sulle riforme: "Io sono d'accordo con Draghi, ma il suo non penso che sia un affondo, altrimenti affondo anch'io". E sui i numeri in effetti il naufragio è vicino. La crescita del Pil è ferma e ha un valore negativo -2,4 per cento nel terzo trimestre. Veleno sulla Merkel - Così per giustificare il flop attacca la Merkel: "La Germania sulla produzione industriale cresce meno di noi, noi abbiamo registrato +9 per cento e i tedeschi +3 per cento nell'ultimo trimestre". Ma i conti non tornano. La Germania ha un Pil col segno + e dunque il paragone non regge. Poi arriva l'attacco: "Io le cose le faccio e  men frego dei gufi e degli sciacalli, perchè sulla mia strada ci sono molti sciacalli". A questo punto Renzi abbandona i numeri scomodi dell'economia e si butta sulla riforma della Pa: "I giornali non danno importanza alla riforma della Madia. La mettono dopo i fatti dell'Iraq e di Draghi. Penso che questa sia una cosa importante e che vada valorizzata". Insomma l'attacco frontale è alla stampa. La Sardoni nello studio di In Onda si difende: "Non è colpa dei giornalisti se la riforma è quella che è". La conduttrice infatti si riferisce ad una riforma quella della Madia che è totalmente una farsa avendo perso per strada le norme sul prepensionamento dei docenti e sul tetto per i medici e i professori universitari. Gli 80 euro - Renzi incassa il colpo e cambia subito registro piazzando un pò di demagogia col solito spot sugli 80 euro: "Per la prima volta abbiamo dato invece che chiedere soldi agli italiani. Ancora è presto per giudicare se hanno avuto un effetto sui consumi. Il prossimo anno saranno strutturali e lì vedremo l'effetto che avranno". Supercazzola tasse - Sul fronte tasse quella di Renzi è una vera e propria supercazzola alla Tognazzi. Il premier non riesce a giustificare la pressione fiscale alle stelle e così propone una tesi che è un nonsense: "Le tasse le ho abbassate. La pressione fiscale pure". Poi la sterzata: "Ehm... in realtà non è proprio così perchè il governo ha tagliato l'Irap per le imprese e aumentato la tassazione sulle rendite finanziarie, il conto va in pareggio". Ergo la pressione fiscale non è scesa nemmeno di un punto. Insomma Renzi ha le idee confuse e in tv non riesce a mascherare le falle del suo governo. L'errore - Infine il premier chiude la sua performance poco convincente con una confessione. Finalmente ammette qualcuno dei suoi errori. E lo fa apertamente in diretta tv: "Io ho una squadra di cui sono fiero e orgoglioso. Io ho sbagliato su un paio di passaggi, non so se da segretario del Pd o da presidente del Consiglio: ad esempio sul coordinamento dei testi del dl competitività perché lì l'abbiamo gestito non benissimo". Insomma a quanto pare i dati sulla crescita negativa hanno mandato davvero in tilt il premier: adesso a quanto pare non #stapiùsereno. 

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