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Lotta all'evasione fiscale, l'Iva al centro: il piano del governo

Andrea Tempestini
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Lotta all'evasione fiscale. Se n'è parlato poco, ma tra le priorità di Matteo Renzi ci sarebbe anche la battaglia al nero. Come? L'idea di fondo non è certo nuova: incrociare i dati su acquisti e cessioni per far emergere quelle differenze "patologiche" dietro a cui si nasconde l'evasione fiscale. Il piano allo studio del governo viene anticipato da Il Sole 24 Ore, che spiega come si articola il ritorno dello "spesometro". La fondamentale novità rispetto al passato è l'utilizzo dei dati che vuole fare il fisco: non più "accertare" subito i contribuenti ma piuttosto spingerli ad auto-correggersi, invitandoli a colmare i mancati pagamenti o i versamenti d'imposta insufficienti. Misura necessaria, poiché Renzi presentando la Legge di Stabilità ha spiegato che dall'evasione conta di recuperare nel 2015 la bellezza di 15 miliardi di euro, un obiettivo ambizioso. Iva al centro - La strategia anti-nero mette al centro dell'attenzione l'Iva, poiché è nella dispersione della filiera acquisti-cessioni finali che si trova gran parte del nero che si deve recuperare. Il Ddl Stabilità varato dal governo, ora, mette nero su bianco che è proprio sull'Iva che si deve partire per rintracciare gli imponibili non dichiarati e per le altre imposte, quali Ipref, Ires e Irap. Dietro all'iniziativa c'è il lavoro di un gruppo di esperti che ha incrociato negli ultimi mesi i dati delle dichiarazioni Iva, dal quale è emerso un modello di analisi dei soggetti a più alto rischio evasione, ottenuto selezionando le cosiddette "situazioni patologiche", ossia quelle in cui lo scostamento tra acquisti intermedi e basso volume delle cessioni dichiarate lasciava intuire un caso di evasione fiscale. Il governo, però, ora vuole triplicare lo sforzo. Punto uno - Per prima cosa, dalla matrice di elaborazione dei dati, si dovrà generare un sistema in grado di scremare gli stessi dati per una comunicazione col Fisco, concentrandosi sulle sospette evasioni. Serve dunque un indicatore che tenga conto, per quel che riguarda l'Iva, delle specificità territoriali e del differente profilo dei vari tipi di attività analizzate. Punto due - Gli indicatori e il Fisco devono poter disporre di informazioni assolutamente attendibili. Un problema non di poco conto. Non è un dettaglio, se l'obiettivo sbandierato è quello di consentire ai contribuenti di accedere telematicamente a tutti i dati realtivi alla loro posizione tributaria. Punto tre - Si tratta del restyling del provvedimento operoso, ossia la possibilità di autocorreggersi, allungando i tempi e riducendo a scalare le sanzioni. In parallelo sarà necessario, sottolinea Il Sole 24 Ore, un cambio di impostazione di funzionari del Fisco e contribuenti "avvisati" dell'incongruenza rilevata. Il contribuente, insomma, deve essere "invogliato" a regolarizzare la propria posizione prima di un vero e proprio accertamento. E' necessario, in soldoni, costruire un dialogo tra Fisco e contribuente, ma sarà necessario cambiare la figura percepita delle Entrate, che nell'immaginario collettivo, oggi, è tutt'altro che amica. Altre novità - A rafforzare, infine, la strategia che pone l'Iva al centro dell'attenzione per il recupero del sommerso, arriveranno anche altre misure, tutte contenute nel Ddl Stabilità. Tra queste, in particolare, l'estensione dell'inversione contabile e pagamento diretto della Pa nei rapporti con i fornitori privati. Si tratta di strumenti iideati per ridurre le dispersioni nella catena della fatturazione, che potranno perl funzionare solo se non creeranno altre difficoltà ai contribuenti interessati.

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