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La Nato mette cinque nuove basi ai confini con la Russia

Matteo Legnani
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Non solo sanzioni economiche. Dal vertice Nato di Newport in Galles è uscito anche il primo consistente rafforzamento delle forze dell'Alleanza altlantica in Europa da decenni a questa parte. Una strategia che va nella direzione opposta a quella della "distensione" tra Usa e urss avviata dal presidente americano Reagan già a partire dalla metà degli anni '80. A Newport, infatti, Obama e i grandi leader occidentali hanno deciso la creazione di cinque nuove basi militari a ridosso dei confini della Russia: una in ciascuno dei tre Paesi baltici: Lituania, Lettonia ed Estonia; una in polonia; e una in Romania. Ovvero in quei paesi che in una prospettiva di medio perdiodo potrebbe essere più a rischio se la politica "espansionistica" di Mosca dovesse proseguire al di là dell'Ucraina.  Accanto alla creazione delle cinque nuove basi, i leader dell'Alleanza atlantica hanno approvato la formazione di una nuova forza di risposta rapida per contrastare eventuali minacce ad alleati. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha annunciato che sarà mantenuta una "presenza continua" nell'Europa dell'est. La nuova struttura sarà un'unità militare permanentemente in estrema allerta in grado di entare in azione subito. Nei giorni scorsi, sempre lo stesso Rasmussen aveva evocato una "forza capace di viaggiare leggera e colpire duro", una struttura in grado di "reagire in tempi rapidissimi, con tempi d'avviso davvero minimi". Un atto necessario per il cancelliere tedesco, Angela Merkel perchè "la Nato rispetta gli accordi presi con Mosca e al Memorandum di Budapest, ma la Russia ne ha violato i principi in più punti, e dunque l'articolo 5, la disponibilità di essere pronti gli uni per gli altri, ha assunto maggior significato". Il presidente polacco Bronislaw Komorowski ha preannunciato che la nuova forza, di stanza con contingenti a rotazione in Polonia, "sarà formata da circa 5.000 soldati". Londra ha già indicato il suo impegno a partecipare con 1.000 uomini. Il primo ministro britannico David Cameron ha inoltre indicato l'impiego di 3.500 soldati con riferimento alle forze impegnate in esercitazioni Nato nei baltici e in Europa dell'Est nei prossimi due anni.

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