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Un attacco terroristico "inevitabile" in Europa

Matteo Legnani
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La minaccia maggiore è rappresentata dai circa tremila europei che militano nelle file dell'Isis. E che, di rientro da Iraq e Siria, sarebbero più difficilmente identificabili come terroristi. E' su di loro che si concentrano i timori per un attentato in Europa "su larga scala" che ieri il coordinatore europeo contro il terrorismo Guilles De Kerkhove ha definito "pressochè inevitabile, nel senso che potrebbe essere già troppo tardi per porvi rimedio ed impedirlo". Dichiarazioni drammatiche che fanno eco a quello fatte qualche ora fa dal premier iracheno, secondo il quale un attacco nelle metrò di Parigi e di New York sarebbe tutt'altro che scongiurato dopo i raid aerei contro cellule operanti in Iraq. Non solo: secondo quanto riporta il quotidiano inglese "Guardian", che cita un dossier europeo sul terrorismo, c'è il rischio che gruppi terroristici rivali, per esempio al-Qaeda, possano compiere attentati per mantenere alto il loro profilo: "La crescita dell'Isis potrebbe spingere al-Qaeda a far qualcosa per mostrare che conta ancora". Secondo le stesse fonti, gli Usa stanno facendo pressioni sulle istituzioni Ue e i 28 governi partner affinché fronteggino la minaccia, ma l'Europa starebbe rispondendo con difficoltà nel produrre gli strumenti necessari per ridurre il rischio.  De Kerchove fa sapere che alla prossima riunione dei ministri dell'Interno Ue prevista a Lussemburgo prenderanno parte anche rappresentanti dei principali provider di social media tra cui Twitter, Facebook e Google, nel tentativo di intervenire sulla propaganda dell'Isis che corre su internet.  

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