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I macellai del Bataclan aiutati da una Ong

Eliana Giusto
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Parigi. Che non fosse solo, Salah Abdeslam, nell' organizzazione degli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi, lo sapevamo fin da subito. Ma che ad aiutarlo nei suoi piani ci fosse anche un' Ong che si occupa di migranti, in pochi se lo sarebbero immaginato. Secondo quanto rivelato dal quotidiano ungherese Magyar Idok, l' unico sopravvissuto degli attentati di Parigi avrebbe beneficiato del supporto di un' organizzazione umanitaria per organizzare il trasporto di tredici jihadisti verso l' Europa occidentale. Tra questi, stando a quanto riportato dal Magyar Idok, figurano i tre attentatori del Bataclan, la sala concerti parigina dove hanno perso la vita 80 persone. Oltre alla "solidarietà" dei volontari dell' ong nell' organizzazione del trasporto, è emerso che Abdeslam avrebbe anche soggiornato per due volte a casa di uno di loro, fatto a dir poco incredibile. Tutto ciò si è svolto a Budapest, crocevia nevralgico tra la rotta dei Balcani e l' Europa dell' ovest, dove Salah accompagnava i combattenti addestrati dallo Stato islamico che aspiravano a morire da martiri tra gli infedeli di Francia e Belgio. Magyar Idok racconta che Abdeslam si è recato più volte nella capitale ungherese, investito dai vertici dell' Isis del ruolo di reclutatore di complici. Le reclute venivano puntualmente recuperate nella stazione internazionale di Budapest, anche conosciuta come Keleti, ed è lì che il 17 settembre 2015 sono stati recuperati Omar Ismaël Mostefaï, Samy Amimour e Foued Mohamed Aggad, i tre islamisti di nazionalità francese che dalla Francia erano andati a fare il jihad in Siria, prima di infiltrarsi in Europa tra gli altri "rifugiati" e commettere, il 13 novembre, la strage del Bataclan. Mostefaï, Animour e Aggad avevano soggiornato dal 9 al 17 settembre in un hotel della banlieue di Budapest, e secondo quanto riportato dal Magyar Idok comunicavano con Salah Abdeslam tramite delle carte sim ungheresi. Queste ultime erano state acquistate a Kiskorös, nel sud dell' Ungheria, da un interprete. Insomma, un' Ong umanitaria, che dovrebbe aiutare i rifugiati, quelli veri, ha fatto penetrare i complici islamisti di Adbeslam in Francia e in Belgio, e tra i tredici mujaheddin trasportati dal terrorista di origini marocchine alcuni potrebbero essere ancora in Europa e pronti a passare all' attacco. La notizia conferma il ruolo poco chiaro di troppe ong umanitarie che dietro le belle parole e i proclami di trasparenza nascondono relazioni opache con individui pericolosi per la sicurezza dell' Europa. Il Magyar Idok, che già nel settembre 2016 aveva rivelato i continui spostamenti di Abdeslam in Ungheria, ha affermato che quest' ultimo avrebbe trasportato i jihadisti tra l' estate del 2015 e la primavera del 2016, che avrebbe insomma svolto il ruolo di passeur anche dopo gli attacchi di Parigi. Attualmente rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Fleury-Mérogis, situato a qualche chilometro da Parigi, la mente del 13 novembre continua a non voler collaborare con le autorità. Ma fra poche settimane, forse, il suo mutismo potrebbe avere un termine. La procura belga lo ha infatti rinviato a giudizio per la sparatoria contro la polizia avvenuta nel comune di Forest, vicino a Bruxelles, dove si era barricato per sfuggire all' antiterrorismo. La data del processo non è ancora stata precisata dalle autorità belghe, ma si sa già che davanti al giudice, assieme al suo complice, Sofiane Ayari, dovrà rispondere dell' accusa di «tentato omicidio nei confronti dei poliziotti in un contesto terroristico». E chissà se durante il processo Abdeslam evocherà anche l' aiuto "umanitario" dell' Ong. di Mauro Zanon

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