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Ignazio Cassis, parla il ministro degli esteri svizzero: "Siamo padroni a casa nostra, l'Ue sta per implodere"

Gino Coala
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Nè come la Gran Bretagna che ha deciso di divorziare con l'Unione europea, nè come l'Italia ormai incastrata in un matrimonio di convenienza con l'Europa. La Svizzera conferma la sua tradizione di neutralità, anzi come dice il suo ministro degli esteri, Ignazio Cassis, il suo "concubinato con l'Ue", come ha detto al Corriere della sera. E da questa posizione di fatto privilegiata, almeno rispetto all'Italia, Cassis agita la bandiera sovranista per la prima volta in modo esplicito dalla Confederazione elvetica. Dal 1992 con un referendum, gli svizzeri hanno detto no all'area di commercio unico con il resto d'Europa, uno scampato pericolo secondo Cassis che oggi lancia la profezia: "Bruxelles ha accentrato troppi poteri e l'Ue è a rischio implosione". Con orgoglio poi il ministro rivendica: "La cosa più bella? Essere padroni a casa propria". Il governo svizzero sostanzialmente non ha colore, perché li ha tutti: "Abbiamo la Coalizione globale e da destra a sinistra governiamo tutti assieme. Le idee dei partiti vengono frullate e ne esce una soluzione di compromesso". Il segreto secondo Cassis sta anche nella distribuzione del potere alle realtà locali: "Tra noi 26 Cantoni andiamo d'accordo. Come? Ognuno ha un grosso margine di potere, per semplificare direi che fa un po' quello che vuole. Nel caso dell'Ue, abbiamo la fobia del centralismo e non vogliamo rischiare che a comandarci sia Bruxelles". Anche la Svizzera deve fare i conti con l'immigrazione clandestina. Fenomeno contenuto grazie all'efficienza nel rispedire chi non ha diritto di asilo: "Tramite accordi con i Paesi d'origine. I buoni rapporti legati anche agli investimenti svizzeri in quei Paesi permettono di trovare le migliori soluzioni nell'interesse reciproco".

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