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Isis e curdi: in Parlamento regna la confusione

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Ignazio Stagno
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Il Parlamento ha dato l'ok per l'invio di armi ai curdi che devono difendersi dall'avanzata dell'Isis in Iraq. Una decisione quella delle Camere che ha creato diverse tensioni tra maggioranza ed opposizione. Ma a quanto pare non tutti i parlamentari hanno ben chiaro il quadro  della crisi irachena. Come racconta il Fatto Quotidiano tra onorevoli e senatori regna una confusione bipartisan. "I cagai" - Ad esempio Carlo Sibilia del Movimento Ciqnue Stelle non ricorda nemmeno chi sia il premier iracheno: "Su questo noi come M5s non ci siamo soffermati, ci sono stati troppi avvicendamenti in questi anni". In realtà Al Maliki è stato ininterrottamente premier dal 2006 all'11 agosto scorso, per poi lasciare il posto a Haider al-Abadi. Ma il grillino ha le idee confuse anche sulle minoranze che sono nel mirino dell'Isis: "Bisogna guardare con attenzione agli yazidi, i cagai e altri". Ma quando qualcuno gli chiede chi siano i "cagai", Sibilia glissa: "Soffermarsi sulle singole minoranze è riduttivo...". "Isis chi?" - Poi è il turno di Antonio Razzi: "Serve dialogo, non armi. Io parlo abruzzese. L'Isis? Non so chi siano. Ogni tanto esce un gruppo nuovo e si dà un nome, per confondere le idee...". Giuseppe Fiorni del Pd ha invece qualche problema con i peshmerga: "Sono quelli sottoposti agli attacchi, al genocidio, il governo curdo". In realtà i peshmerga sono l'esercito di uno Stato che non esiste, il Kurdistan. Il loro nome, nella traduzione letterale più accreditata, significa “colui che si trova di fronte alla morte” (pesh: prima, merga: morte). Insomma a quanto pare le idee tra gli scranno di Montecitorio e palazzo Madama sulla crisi irachena non sono chiarissime. Serve un breve "ripasso"...

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