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Cassazione, semaforo giallo lampo: ma la multa si paga lo stesso

Matteo Legnani
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Il giudice di pace gli aveva dato ragione. La luce gialla del semaforo era durata meno di quattro secondi. E per questo, lui, la multa per essere passato col rosso, non la doveva pagare. La Corte di cassazione, però, gli ha dato torto, riconoscendo al Comune di Montevecchia in provincia di Lecco il diritto a riscuotere la sanzione. E invitando il Tribunale di Lecco ad adeguarsi al principio affermato. Tempi ridotti - Il ricorso dell'automobilista si basava sul fatto che, fotogrammi alla mano, la luce gialla di quel semaforo di Montevecchia era durata meno di quattro secondi. E che dunque lui aveva avuto un tempo troppo ridotto per frenare. La durata di quattro secondi della luce gialla dei semafori dovrebbe essere adottata sulle strade urbane in base a una nota del ministero dei Trasporti (la numero 67906). La pronuncia - La sentenza 18740 della Cassazione richiamata da Il Sole 24 Ore dice invece che l'automobilista dovrebbe adeguare la sua velocità allo stato dei luoghi senza contare troppo sulla durata dell'esposizione della luce gialla perché questa "non costituisce un dato inderogabile". E cita il Codice della strada per il quale "il tempo minimo di durata di detta luce non può mai essere inferiore a tre secondi", ossia il tempo di arresto di cui ha bisogno un veicolo che proceda a una velocità non superiore ai 50 chilometri orari secondo uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche.

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