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Marò, il piano per riportarli a casa: l'offerta umiliante dell'Italia

Lucia Esposito
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Salvatore Girone è ancora fiducioso nelle istituzioni, come ha detto ieri in collegamento con il Coi (Comando operativo di vertice interforze). Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, crede invece sia necessario mantenere un dialogo con le autorità indiane, nonostante, come lui stesso ha precisato parlando in diretta con il fuciliere di Marina ancora a New Delhi, finora abbiano «dato prove negative di sordità», mostrando «scarsa volontà politica di dare una soluzione equa ad una vicenda che purtroppo si trascina da tempo in modo insopportabile». Un dialogo che sarebbe in realtà già avviato da tempo, per stessa ammissione del ministro degli Esteri indiano Sushma Swaraj. Il quale, nel rispondere a un'interrogazione scritta di due parlamentari, ha annunciato che vi sarebbe all'esame del governo una proposta italiana che andrebbe verso una soluzione consensuale. A svelare gli accordi tra Italia e India è l'Economic Times: in un articolo chiarisce che «il governo italiano pare aver offerto pubbliche scuse, attraverso il suo ambasciatore, per la morte dei due pescatori indiani, avanzando oltretutto un “pacchetto” di risarcimento per le famiglie delle vittime in cambio di un processo in Italia per i marò». Sarebbe solo una parte, secondo il giornale, dell'accordo tra i due governi. Un accordo che, se realmente fosse configurato in questo modo, siglerebbe la totale ammissione di colpevolezza di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre e un vero e proprio prostrarsi dell'Italia di fronte all'India. A confermare le voci su un accordo che preveda scuse e risarcimento alle famiglie dei due pescatori morti sarebbero state, sempre secondo l'Economic Times, «fonti del governo indiano. Alti ufficiali di legge del governo e del ministero degli Interni devono capire se la proposta di questa soluzione consensuale sia giuridicamente fattibile o meno. I negoziati potranno iniziare solo dopo che la cosa sarà stata definita giuridicamente. Le istituzioni che si occupano di sicurezza tuttavia - scrive ancora il giornale - sarebbero contro la proposta italiana, e preferirebbero che i marò si dichiarassero colpevoli delle accuse e fossero inviati in seguito in Italia per scontare la pena, visti i trattati tra i due Paesi». Resta il fatto che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone secondo l'unica seria ricostruzione fatta in Italia, ovvero quella di Stefano Tronconi e Luigi Di Stefano (aiutati da Toni Capuozzo) - sono innocenti. L'ammissione di colpevolezza, quindi, sarebbe solo un chinare il capo alle richieste dell'India. «Credo che ci siano due chiavi di lettura - spiega Tronconi -: o la politica e i militari italiani hanno così tanta paura che non si trovi una soluzione da aver avanzato una proposta tanto ignobile, oppure questa è una delle abituali manovre dell'India per mettere l'Italia e magari anche nuovo governo indiano davanti al fatto compiuto». Intanto sulla questione marò si è espresso anche Maurizio Gasparri (Forza italia): «Il presidente Napolitano ha parlato in maniera chiara e incisiva. Ha detto ciò che il governo Renzi non ha avuto il coraggio di dire». Peraltro Napolitano incontrerà oggi proprio Renzi per fare il punto della situazione. In queste ore, poi, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, in occasione del suo viaggio in Afghanistan per fare gli auguri agli uomini del contingente italiano, potrebbe volare anche in India a far visita a Salvatore Girone. Per non allentare la tensione, intanto, il web si è mobilitato. L'iniziativa è partita dai vari gruppi Facebook pro marò: fino alla mezzanotte del 24 dicembre chiunque potrà condividere una foto natalizia con le immagini di Latorre e Girone con in calce la scritta #iostoconimarò. di Chiara Giannini

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