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Orge con minori in Vaticano, Zanardi rivela: "Ecco dove sono i filmati.."

Parla il presidente di Rete Abuso. Un imprenditore tedesco consegna le prove in duplice copia. Ma la Procura ha molti dubbi su questa storia

Marta Macchi
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Video pornografici che immortalano alte cariche del Vaticano mentre abusano di giovani minori durante alcuni, segretissimi, festini sarebbero stati depositati presso un prestigioso notaio di Lugano. Questa l'ultima rivelazione choc di Francesco Zanardi, presidente di Rete Abuso impegnato nella tutela dei diritti minorili, primo a denunciare il presunto scandalo che coinvolgerebbe una fitta rete di prelati del Vaticano. L'inchiesta, partita dalle pagine del Fatto Quotidiano, ha posto l'accento sulla probabile esistenza di prove che documenterebbero i fatti, orribili, accaduti tra le mura vaticane. Festini hard, abusi, giovani minorenni: questo ciò che sarebbe stato documentato in alcuni filmati realizzati direttamente dai giovani coinvolti e custoditi presso uno studio notarile nel centro della cittadina svizzera. Gola profonda - A rendere nota l'indiscrezione Francesco Zanardi, paladino della crociata contro la pedofilia (e anche lui vittima di abusi da piccolo). Se l'indiscrezione dovesse essere confermata porterebbe importanti novità sul caso delle orge con minori in vaticano. La denuncia sarebbe partita da una fonte top secret, un imprenditore tedesco con rilevanti agganci in Santa Sede, che avrebbe depositato regolare denuncia presso i magistrati italiani che, a loro volta, avrebbero aperto un fascicolo di indagine. Zanardi ha raccontato a Il Caffè di essere entrato in contatto con l'imprenditore circa due anni fa quando, all'epoca, il presidente di Rete Abuso era riuscito a smascherare un prete pedofilo, don Italo Casiraghi, che nonostante la condanna per abusi continuava a svolgere le sue funzioni parrocchiali presso Pietra Ligure. Zanardi spiega come lui stesso, inizialmente, avesse dubitato delle informazioni fornite dall'uomo: "Perché venire da me e perché dirmi quelle cose orribili? Mi ha risposto d'essere rimasto disgustato da quel mondo e che voleva uscire da un giro in cui era stato introdotto da un noto manager vicino alla Santa Sede. Erano i giorni in cui si parlava del Corvo in Vaticano. Ho capito, però,  che qualcosa di vero c'era". Alle prime dichiarazioni poi sono seguite le prove: nomi, cognomi, numeri di telefono. "Mi ha dato numeri di telefono, fatto nomi e cognomi, in molti casi è stato davvero dettagliato - spiega Zanardi - Mi ha messo anche in contatto con un ragazzo coinvolto in uno dei festini ai quali partecipavano, mi ha detto l'imprenditore, che peraltro è gay, alti prelati, di cui mi ha fornito pure nome e cognome". I video - Quando Zanardi ha chiesto alla sua fonte di poter visionare quei filmati i rapporti però si sono momentaneamente interrotti. Solo qualche mese dopo l'imprenditore è tornato a farsi sentire, rivelando che quelle immagini non si trovavano più sotto il suo stretto controllo ma depositati, in copia duplice, presso due studi notarili: uno a Lugano ed uno a Roma. La scelta di "nascondere" i filmati in Svizzera, spiega Zanardi, è stata fatta per rendere più sicuro il deposito di quel materiale sensibile. Zanardi rivela inoltre come sull'indagine sia stato aperto anche un fascicolo, per adescamento, da parte degli inquirenti di Savona, dato che l'eventuale abuso si sarebbe consumato in uno stato estero. Il presidente di Rete Abuso spiega come sia probabile che: "I magistrati italiani abbiano interpellato i loro colleghi ticinesi per capire chi sia questo notaio . Ed è anche possibile che si vada a fondo della faccenda. Non so se questa storia sia vera e sino a che punto; questo lo dovranno dire i giudici. Io avevo uno scrupolo di coscienza ed è per questo che sono andato in procura a raccontare tutto". I dubbi - Sulla vicenda però ancora molte zone d'ombra soprattutto per quel che riguarda i racconti del manager tedesco. Zanardi ha però rivelato di aver ottenuto una conferma, in una chat su Facebook, da parte di un giovane - un posteggiatore con difficoltà economiche - che avrebbe partecipato ai festini in questione. Ad alimentare i dubbi che si possa trattare di un ricatto però il fatto che nessuno abbia mai visionato i famosi filmati e anche la procura di Savona, che da qualche mese indaga sulle rivelazioni di Zanardi, non esclude che si possa essere di fronte ad un mitomane. Solo poche settimane fa però lo stesso Papa Francesco, nonostante non si sia espresso in tema di pedofilia, ha parlato dell'esistenza in Vaticano di lobby gay; dichiarazioni che alcuni esperti come il teologo David Berger hanno confermato.

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