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Stipendi dei giudici, tra i pochi ad essere cresciuti negli ultimi anni: un favore dalla politica?

Andrea Tempestini
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Il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego è in piena accelerazione. Come mai? Forse perché le elezioni si avvicinano e la maggioranza ha bisogno di consenso, ma questo è soltanto un sospetto. Un sospetto che Il Giornale corrobora con una serie di dati. In premessa si ricorda come gli stipendi pubblici dal 2010, due anni dopo la crisi bancaria, sono rimasti bloccati, ma in modo diseguale. E dopo aver passato in rassegna le categorie che hanno pagato un prezzo maggiore, si arriva a quelle che, invece, sono andate in controtendenza. E, putacaso, sono tutte categorie vicine alla politica. Si pensi al Cnel, l'ente inutile e abolito per pochi minuti dal referendum dello scorso 4 dicembre, dove - pazzesco, ma vero - gli stipendi sono saliti del 7% da dicembre e oggi. Lo stesso per i dipendenti di Palazzo Chigi, per i quali lo stipendio reale è cresciuto dello 0,4 negli ultimi cinque anni. Ma tra tutti i casi ce n'è uno che, forse, fa più effetto degli altri: si parla dei magistrati, tecnicamente non così vicini alla politica, eppure ben "foraggiati". Si pensi che dal 2005 ad oggi le loro paghe sono cresciute quasi del 10%, soltanto ora sono costretti a tirare, e poco, la cinghia. Un caso? Chissà...

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