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Furbi, nababbi e privilegiati: ecco tutti gli stipendi della casta

Roberto Procaccini
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La Camera dei Deputati che costa più del doppio della Camera dei Comuni inglese. Il governatore di Bankitalia guadagna circa il 30 per cento in più del numero uno della Banca Centrale Europea. I manager delle aziende di Stato quotate in borsa hanno cachet da far invidia a un calciatore. Sono i numeri della casta, sia quella elettiva che quella che lavora nel grande apparato dello Stato. Perché i tagli negi ultimi anni ci sono stati, dovuti sotto la sferza dell'austerity e dello spauracchio di una spesa pubblica fuori controllo. Ma sono stati minimali, e le cifre raccontano che un consigliere regionale incassa in un mese quanto un operaio porta a casa in un semestre. Montecitorio+Madama - Si parta dal cuore pulsante della casta, il Parlamento "dei nominati". Gli onorevoli, tra una voce e l'altra, hanno diritto a 12mila euro netti al mese. Per avere poi diritto a fine mandato a una liquidazione pari all'80 per cento del propio emolumento. Con il rislutato che la sola Camera dei Deputati costa 119 milioni di euro l'anno, contro i 51 della camera bassa inglese. Per non parlare delle pensioni: il monte dei vitalizi tricolore (che nel 2013 è salito di 10 milioni) è cinque volte più alto di quello britannico. Nelle Regioni - Ancora più cari risultano i 20 consigli regionali. Il governo Monti, ricorda Panorama nella sua inchiesta sugli stipendi tra politica e settore pubblico italiano, ha posto nuovi tetti e livellato verso il basso le ricompense per gli onorevoli locali. Ciò non toglie che i consiglieri guadagnino mediamente 11mila euro al mese, paga che cresce per chi somma anche altri incarichi (quasi tutti) fino a 13800 euro. Ci sono regioni virtuose (come Emilia Romagna e Umbria) che tengono gli indennizzi verso il basso, ma anche quelle "furbette". Come la Sicilia, dove in nome dell'autonomia dell'ente i deputati regionali guadagnano 18mila al mese e hanno istituito una commissione per abbassare l'emolumento a 14mila. I manager di Stato - Il tetto massimo per i dipendenti pubblici è fissato a 302mila euro l'anno, quanti ne guadagna il primo presidente della Cassazione. E non sono pochi. Ma il limite non vale per le società pubbliche esposte alla concorrenza del mercato, vale a dire quelle quotate in borsa e quelle che emettono obbligazioni. E allora le cifre scattano ben oltre il tetto: l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, arriva a guadagnare più di 6 milioni di euro all'anno; l'ad di Enel, Fulvio Conti, ha in busta paga 4 milioni di euro, e quello di Terna, Flavio Cattaneo, più di 2. Non saranno cifre così altisonanti, ma non se la cavano male i vertici di Bankitalia: il governatore Giorgio Visco (495mila euro) e il direttore generale Salvatore Rossi (450mila euro) a fine anno guadagnano più di Mario Draghi, massima carica della Bce (350mila euro). Il nostro corpo diplomatico, infine, distribuito in ambasciate e consolati sparsi per il globo terracqueo, guadagna mediamente 10mila euro al mese (con oscillazioni in base alla sede: chi lavora a Parigi, ad esempio, ne prende 16mila). Ma, attenzione, si tratta di indennità di servizio all'estero: sono quindi totalmente esentasse.

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